Pesaro, Cotignola bis, l'ex direttore dell’Area vasta 1 Fiorenzuolo : «Errore concedere alle cliniche private quei 50 posti letto destinati a Ortopedia»

Pesaro, Cotignola bis, l'ex direttore dell’Area vasta 1 Fiorenzuolo : «Errore concedere alle cliniche private quei 50 posti letto destinati a Ortopedia»
Pesaro, Cotignola bis, l'ex direttore dell’Area vasta 1 Fiorenzuolo : «Errore concedere alle cliniche private quei 50 posti letto destinati a Ortopedia»
di Miléna Bonaparte
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Domenica 21 Gennaio 2024, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 08:57

PESARO«Ho sempre pensato a una sanità che abbia il suo fulcro nel pubblico, per garantire più giustizia sociale e uguaglianza, non lasciando indietro nessuno, soprattutto i più deboli. Stiamo invece assistendo a una lenta agonia del Servizio sanitario nazionale e una privatizzazione sempre meno strisciante».

Una voce nel silenzio

Dalla Romagna a Villa Fastiggi, porte aperte in Comune senza osservazioni tecniche e politiche alla prima clinica ospedaliera, la sorella minore di Cotignola del patron Sansavini.

Ma a rompere il silenzio ovattato sull’approdo per certi versi epocale del Maria Cecilia Hospital Pesaro, blocco operatorio e 80 posti letto privati da accreditare al Ssn, ci pensa Giovanni Fiorenzuolo, 70 anni, strenuo combattente a favore della sanità pubblica dove ha lavorato come direttore dell’Area vasta 1 dell’ex Asur Marche dal 2016 al 2018, già direttore sanitario e commissario dell’azienda “San Salvatore” dal 1995 al 1998. Da tempo in pensione, di recente è a Villa Silvia di Senigallia.

La perdita della funzione pubblica della sanità è una progressiva deriva tra la gravissima carenza di medici, i pronto soccorso intasati senza personale, le interminabili liste d’attesa, la scarsità di posti letto ospedalieri. Ma Fiorenzuolo parte dal caso Ortopedia e dalle fughe verso la Romagna: «Ultimamente non si parla d’altro che di questi 50 posti letto da attivare nel territorio. Ricoveri previsti nel 2018 dalla giunta regionale con la realizzazione del nuovo ospedale. Una garanzia al Comune di Fano nell’assetto delle strutture dopo la realizzazione di “Ospedali riuniti Marche Nord”. Ma, nonostante il presidio sia ancora da costruire, ridimensionato in posti letto e abolita Marche Nord dalla giunta regionale, rimangono valide le motivazioni che giustificano queste 50 unità per il recupero della mobilità passiva».

Posti letto che fanno gola ai privati: «Note società sono al lavoro per farseli assegnare dalla Regione che si propone per realizzarli a Carignano, ma anche a Cotignola di Villa Fastiggi, dove sono 80 ma unicamente a condizione che vengano convenzionati. Classici esempi di come il privato finanziato dal pubblico avanza dove il servizio sanitario arretra e solo per quelle attività dove i margini di profitto sono alti e i rischi bassissimi. Attivarli in una clinica sarebbe antieconomico per la spesa pubblica e inoltre si rischia di favorire altre fughe di professionisti nel privato».

La proposta

La proposta di Fiorenzuolo contro le migrazioni sanitarie è invece «potenziare, con molta meno spesa, i servizi di Ortopedia già esistenti: a Pesaro 29 posti letto, a Urbino 27 e a Fano 8 di day surgery. Rafforzando queste strutture si può andare incontro alle esigenze di cura, in particolare per le patologie che realizzano la quota maggiore di mobilità passiva».

Ma le criticità da affrontare sono anche quelle dei Pronto soccorso che «non si risolvono né monetizzando il disagio, né aumentando gli organici. Le soluzioni vanno trovate nella creazione di strutture pre-ospedaliere nel territorio per le urgenze a bassa complessità, liberando i Pronto soccorso per i casi più gravi». Liste d’attesa. «Tutti i cittadini devono avere accesso ai servizi sanitari. La spesa storica per il convenzionamento con le strutture private va riprogrammata, negoziando un piano di prestazioni secondo priorità scaturite dalla domanda. Il ricorso alla libera professione deve essere una scelta del paziente, mentre è diventata una necessità e solo per chi se lo può permettere».

Questioni irrisolta

Sulla crisi dei posti letto per acuti Fiorenzuolo afferma che «sono i più bassi della regione, 2,80 per mille abitanti, in provincia sono 2,17, ne mancano almeno 200. Ritengo che vadano potenziate le unità di medicina interna. Ricordo inoltre che tutti i posti letto autorizzati ai privati devono essere sottratti al pubblico per rimanere negli standard di legge. Non dimentichiamo inoltre che, per effetto della legge Balduzzi del 2012, sono stati tagliati 14.000 posti letto e che l’attuale standard 3xmille è tra i più bassi d’Europa».

Ma la criticità maggiore «è dovuta alla carenza di medici, per cui è necessario superare l’anacronismo del numero chiuso nelle facoltà di Medicina, portando la formazione post laurea anche nelle strutture del servizio sanitario».

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