Pesaro, omicidio Panzieri, la difesa di Alessandrini chiede rito abbreviato e sconti di pena. La famiglia: «No, vogliamo l’ergastolo»

Pesaro, omicidio Panzieri, la difesa di Alessandrini chiede rito abbreviato e sconti di pena. La famiglia: «No, vogliamo l’ergastolo»
Pesaro, omicidio Panzieri, la difesa di Alessandrini chiede rito abbreviato e sconti di pena. La famiglia: «No, vogliamo l’ergastolo»
di Luigi Benelli
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Martedì 6 Febbraio 2024, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 07:21

PESARO - Omicidio Panzieri, la difesa chiede il rito abbreviato. Ma i familiari della vittima non ci stanno: «Vogliamo l’ergastolo». Ieri mattina davanti al Gup di Pesaro l’udienza per il caso dell’omicidio di Pieroaolo Panzieri, 27enne ucciso il 20 febbraio dell’anno scorso con 23 coltellate nella sua abitazione di via Gavelli. Reo confesso è Michael Alessandrini, 30enne pesarese, la cui semi infermità mentale è stata dichiarata da un collegio di periti.

Ed è proprio da qui che i legali Salvatore Asole e Carlo Taormina sono partiti per avanzare una eccezione. «Abbiamo sollevato l’incompatibilità delle aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e della crudeltà con lo stato di semi infermità mentale.

Le tre contestazioni sono circostanze che non trovano riscontro negli atti processuali. Se non esistono queste contestazioni, abbiamo fatto istanza di giudizio abbreviato». Il giudice Giacomo Gasparini si è riservato la decisione. Ieri si sono costituiti parte civile i familiari di Pierpaolo tramite gli avvocati Paolo Biancofiore e Fabio Anselmo. Hanno contestato la richiesta di escludere le aggravanti.

«La Cassazione dice che le aggravanti devono essere interamente determinate dalla scemata capacità di intendere e di volere, ma per noi non è questo il caso. I periti dicono che la quota residua di coscienza è compatibile con la premeditazione. La fuga in Romania (dove Alessandrini fu arrestato ndr) è un’espressione razionale del disegno di Alessandrini, così come l’itinerario di viaggio in treno da Vienna stampato e i 500 euro che si era fatto dare dalla nonna. Ma anche la lattina di Redbull posizionata in bagno dove Pierpaolo avrebbe avuto una minorata difesa».

Una crudeltà manifestata anche con i due morsi inferti quando Panzieri era ancora in vita. Un morso al naso e alla mano destra, fino ai calci sulla nuca una volta che l’amico era a terra. L’accesso a questo rito alternativo garantirebbe uno sconto di un terzo della pena, oltre alle attenuanti della semi infermità. I familiari non ci stanno. Il padre Pietro, la mamma Laura e la zia Annalisa vogliono “giustizia”. Anche gli amici, accorsi numerosi. Mamma Laura ha sottolineato al termine dell’udienza: «Questa persona è accusata di tre aggravanti e queste devono rimanere perchè voglio giustizia per mio figlio ucciso con 23 coltellate a tradimento. Per me non c’è altro a dire. Mio figlio era una bravissima persona ed è morto per invidia e gelosia, voglio l’ergastolo pieno». Gli amici di Pierpaolo hanno portato delle foto che hanno mostrato davanti al tribunale dove Pierpaolo sorrideva e mostrava tutta la voglia di vivere di un 27enne. Ricordi che coinvolgono anche la musica, la sua passione.

La prossima udienza è fissata lunedì 19 febbraio, giorno in cui Alessandrini rilascerà delle dichiarazioni. Al giudice, il reo confesso, aveva detto di aver ucciso per proteggere una ragazza considerata da lui fragile. E ha detto di aver agito per conto di Jahvè. Portato in carcere in Italia è stato sottoposto all’esame psichiatrico. Il collegio di periti ha decretato la semi-infermità mentale di Michael. Una capacità «gravemente scemata» descritta in circa 120 pagine più gli allegati. Michael aveva scritto una lettera a Pierpaolo. «Ti chiedo scusa per quello che ti ho fatto. Sei sempre nei miei pensieri. Ti sogno ogni notte».

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