PESARO - Una storia che ha dell’incredibile se non fosse che ha portato un uomo a un processo davanti a un giudice. L’accusa è di violenza sessuale nei confronti di galline e capre. E ieri l’imputato ha patteggiato la pena. E’ la storia, per quanto assurda e apparentemente irreale, di un ghanese di 27 anni e di un processo che rischiava di chiudersi perché lui risultava irreperibile.
Ma gli agenti della squadra volante della questura di Pesaro lo hanno rintracciato e ieri è finito davanti al giudice.
Le ricerche
A gennaio il tribunale aveva esteso le ricerche per poter dare il via al dibattimento.
Maltrattamenti
Di qui l’accusa di maltrattamenti su animali aggravati anche dal fatto di aver provocato la morte di una gallina in una occasione. Il reato di maltrattamento di animali sottolinea che chi per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale o lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. Con il termine di zooerastìa si designa la perversione dell’istinto sessuale che porta ad avere rapporti sessuali con animali.
I fatti sono avvenuti in una via periferica di Pesaro, dove c’è uno spazio verde privato. Per il ghanese c’era anche l’accusa di furto perché un giorno sarebbe entrato nel recinto da cui avrebbe rubato una bicicletta del proprietario degli animali.
Le contestazioni
Gli è pertanto stata contestata pure la violazione di domicilio per aver scavalcato il cancello della zona adibita a ricovero di attrezzi e oggetti utilizzati per la cura degli animali da cortile. Era difeso d’ufficio dall’avvocatessa Elisabetta De Conti. Ieri ha patteggiato la pena: 6 mesi di reclusione (pena sospesa).