«L’invasione del miele low cost porta noi apicoltori al collasso». Anche la delegazione pesarese a Roma pe dire basta alla concorrenza sleale

la delegazione pesarese a Roma pe dire basta alla concorrenza sleale
la delegazione pesarese a Roma pe dire basta alla concorrenza sleale
di Véronique Angeletti
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Lunedì 25 Marzo 2024, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 07:08

PESARO Lanciano un grido d’allarme gli apicoltori pesaresi. Contro la concorrenza sleale del miele extra Ue e per la salvaguardia dei loro alveari e della loro professione. Motivo per cui, il 20 marzo scorso erano in piazza Santi Apostoli a Roma. Tra le mille tute gialle, ce ne erano 150 solo dalle Marche, che hanno aderito alla manifestazione promossa da “Miele in cooperativa” e, insieme, rappresentano un pacchetto di non meno di 400mila alveari.

«Non potevamo non essere presenti a questo appuntamento fondamentale per la nostra sopravvivenza» dichiara Frédéric Oliva rappresentante del Consorzio apistico della Provincia di Pesaro e Urbino -. Chiediamo che siano avviate le procedure antidumping in Europa contro il miele cinese, turco che, tante volte non è nemmeno miele, ma in ogni caso ci sta soffocando con la concorrenza sleale». 

Che cosa succede

Spiega che il comparto del miele marchigiano e del pesarese è a rischio perché il mercato è fermo. «Fermo per acquistare miele italiano ma non per comprare quello extra Ue in particolare il cinese che passa per la Turchia attraverso l’Ucraina. Spesso, contiene degli zuccheri esogeni, ossia sciroppo di glucosio, amido di riso e ha una quotazione sul mercato molto bassa che condiziona il prezzo proposto agli apicoltori italiani. Non copre nemmeno i costi per raccoglierlo». Spetta al consumatore essere attenti. «Anche se saper leggere un’etichetta - avverte Oliva - non basta. Per identificare la provenienza, ogni produttore ha i propri codici e diventa difficile capire da quale paese proviene». Pertanto, per chi vuole un miele di qualità e sicuro, la soluzione è comprare mieli che specificano nome e cognome dell’apicoltore e localizza l’azienda agricola.

Il che significa che non solo si va a sostenere un agricoltore del territorio ma si va a sostegno della biodiversità.

«In 1 kg di miele – incalza Oliva – non c’è solo 1 kg di miele ma si compra il lavoro delle api che hanno impollinato ettari di frutteti, di campi e di boschi». A fianco al presidente di "Miele in Cooperativa" Riccardo Babini e il segretario generale dell’associazione, Riccardo Terriaca e a sostegno degli apicoltori erano presenti Luigi D’Eramo sottosegretario con delega all’apicoltura, Mirco Carloni presidente XIII Commissione Agricoltura Camera Deputati e Stefano Vaccari capogruppo Pd Commissione Agricoltura Camera.

«La manifestazione – conclude Oliva – voleva anche attirare l’attenzione su un settore del tutto abbandonato. Gli alveari non godono del sostegno della Politica agricola europea; gli apicoltori non hanno agevolazioni come il gasolio agricolo o polizze assicurative che consentono di difendere il reddito. Purtroppo, finché non saranno adottati provvedimenti di tutela e sussidi adeguati che ci consentono di coprire almeno le spese sostenute al fine di custodire le aree naturali, vedo un futuro compromesso».

I numeri

Nel Pesarese, attualmente sono censiti circa 12mila alveari curati da 800 apicoltori di cui 570 iscritti al Consorzio apistico della provincia di Pesaro Urbino. La scorsa settimana, 1kg di miele cinese sul mercato era quotato 2,14 euro mentre per recuperare costi, investire nel benessere delle api e ricavare reddito, il prezzo di vendita di 1 kg di miele pesarese non dovrebbe essere inferiore a 10 euro.

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