Pesaro, scopre di essere invalida per l’Inps ma la zia le sottraeva da anni la pensione di 1250 euro al mese

Pesaro, scopre di essere invalida per l’Inps ma la zia le sottraeva da anni la pensione. Foto generica
Pesaro, scopre di essere invalida per l’Inps ma la zia le sottraeva da anni la pensione. Foto generica
di Luigi Benelli
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Mercoledì 20 Marzo 2024, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 15:32
PESARO La zia le avrebbe imposto di apparire schizofrenica poi, una volta fattasi nominare amministratrice di sostegno della nipote, si sarebbe intascati gli assegni di invalidità riconosciuti dall’Inps. E’ una storia che inizia in Moldavia, prosegue a Pesaro e ora si trova davanti al gup per una richiesta di opposizione all’archiviazione del caso. Il procedimento prende il via da una querela sporta nel giugno scorso da una 30enne moldava ai carabinieri in quanto la donna aveva scoperto di essere invalida al 100% per schizofrenia e autismo e che proprio per queste due patologie da anni avrebbe percepito una pensione di circa 1.250 euro mensili erogata a suo favore dall’Inps. Soldi dei quali non sapeva nulla e che soprattutto non aveva mai avuto nel suo conto.  


Il terribile passato


Era andata a cercare lavoro, ma di fronte ai continui “no” ai colloqui aveva approfondito la ragione di tanti dinieghi e scoperto un “mondo” del tutto parallelo. Una storia dove entra in gioco la zia e che affonda le radici nel terribile passato della 30enne. Quando era ancora bambina il padre aveva ucciso la madre e avrebbe segregato la figlia legandola a un albero sfamandola poi a pane e acqua. Una storia choc per cui il padre è finito in carcere in Moldavia mentre la piccola è stata prima affidata a un orfanotrofio e poi ai servizi sociali. La zia nel frattempo era venuta in Italia, nel Pesarese, e aveva proposto alla nipote di seguirla. La ragazzina, spaventata e straziata da tanto dolore, ne aveva accettato anche le condizioni imposte dalla parente pur di sfuggire a quell’incubo. 


Prima e dopo


Secondo la querela la zia l’avrebbe pertanto costretta a fingersi malata psichiatrica, per poi farsi nominare amministratore di sostegno, percependo così la pensione di invalidità erogata dall’Inps.

Il tutto sotto la minaccia di rimandarla in Moldavia, dove nel frattempo aveva perso anche la nonna, morta nel 2014. Durante le visite con la commissione competente la zia avrebbe imposto all’allora 19enne nipote di non rispondere alle domande e restare in silenzio o di fare dei “versi strani”. Non solo: prima delle visite la zia avrebbe somministrato alla nipote dei medicinali che avevano un effetto di stordimento, tanto che la ragazza era finita una volta al pronto soccorso. In seguito la giovane era stata riconosciuta affetta da problemi psichici e la zia nominata amministratrice di sostegno, tanto che dal settembre 2016 al luglio 2023 avrebbe percepito una pensione di invalidità per un totale di 84mila euro. Dopo la querela, il caso è stato archiviato, ma ieri gli avvocati Alessandro Pagnini e Simona Selvanetti hanno presentato istanza di opposizione all’archiviazione chiedendo una prosecuzione delle indagini preliminari oltre alla rivalutazione del capo d’imputazione. 


I reati contestati


Oltre al reato di truffa, chiedono di procedere anche per i reati di maltrattamenti in famiglia e di riduzione o mantenimento in schiavitù. La nipote sarebbe anche stata costretta a lavori di pulizie e a far da badante dalla zia. Ci sarebbe anche un altro passaggio chiave. La zia aveva chiuso l’amministrazione di sostegno nel febbraio del 2023 dichiarando che la nipote era tornata in Moldavia. Ma la 30enne non è mai espatriata in quanto non aveva i documenti per farlo perché glieli avrebbe trattenuti la zia. La nipote nel frattempo si è spostata da Pesaro e oggi vive in Toscana. Il giudice si è riservato la decisione. 
 

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