Il lieto fine
Una disavventura a lieto fine che ha scongiurato l’esito più drammatico, paventato dal padre Cosimo che ha lanciato una catena di messaggi sui social. Tutto è cominciato venerdì 17 novembre, quando la donna è scappata dal reparto di Psichiatria, le ricerche e le vaghe segnalazioni, per poi terminare giovedì 23 con il soccorso da parte di una pattuglia dell’Esercito in servizio alla stazione di Rimini alla quale Sara, senza più forze, esausta e spaventata, si è rivolta per chiedere aiuto. I militari hanno allertato il 112 e il 118 e, dopo le prime cure al pronto soccorso del capoluogo romagnolo, con un’ambulanza la giovane è stata riportata all’ospedale psichiatrico di Pesaro. Cosimo, che nel frattempo è stato avvertito del ritrovamento, corso a Rimini l’ha seguita in auto.
Ricoverata
«È di nuovo ricoverata a Muraglia in attesa di trovare posto in strutture più adatte a lei, forse una comunità specializzata che la possa aiutare - afferma più sollevato il padre dopo i giorni bui della scomparsa -. Se accetta di seguire un percorso terapeutico di recupero? Sì, dice di volersi curare, anche se è un film già visto ripetutamente, ogni volta speriamo che sia la volta buona, pur credendoci sempre meno. Ma noi della famiglia dobbiamo continuare ad avere fiducia in lei. Del resto la dipendenza dalle droghe e dalle benzodiazepine non passa così da un giorno all’altro e ricaderci è un attimo».
Il padre di Sara, un coraggio immenso che domina la sofferenza, manifesta gratitudine nei confronti di tutte le persone che non l’hanno mai lasciato solo e si sono date da fare durante le concitate ricerche della figlia.
Ora che succede
Per la donna è indispensabile «disintossicarsi con l’aiuto di uno staff medico, anche perché a casa è incontrollabile, assistita da tre persone trova sempre il modo per ricadere nelle sostanze. Sono 20 anni che segue percorsi terapeutici tra comunità, cliniche, psicologi, psichiatri. Ma non fa in tempo a finire una cura che il richiamo degli stupefacenti alla fine vince sempre. Senza contare che Sara soffre anche di disturbi psichiatrici e alimentari. Ha rischiato di morire ad agosto per una grave infezione dei tessuti che, se non viene prontamente trattata, dà esiti infausti».