Pesaro, il Comune aumenterà il tesoretto anticrisi per le famiglie in difficoltà (forse per pagare la Tari): ora vale 200mila euro

Pesaro, il Comune aumenterà il tesoretto anticrisi per le famiglie in difficoltà (forse per pagare la Tari): ora vale 200mila euro
Pesaro, il Comune aumenterà il tesoretto anticrisi per le famiglie in difficoltà (forse per pagare la Tari): ora vale 200mila euro
di Letizia Francesconi
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Giovedì 21 Dicembre 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 18:18

PESARO Oggi pomeriggio al voto del consiglio comunale si vota il bilancio di previsione che già l’assessore al Rigore Andrea Nobili aveva tratteggiato a grandi linee nella seduta scorsa rimarcando le imposte ferme al 2012, i 7 milioni che si sfiorano per le risorse educative e ulteriori 600mila euro per la Capitale italiana della cultura nonchè i 200mila euro da destinare al fondo anticrisi. E proprio quest’ultimo tesoretto è stato al centro del patto per il sociale, ovvero il protocollo d’intesa sul bilancio di previsione 2024 firmato ieri da Comune e sindacati specificando che il fondo viene incrementato di 50mila euro rispetto al 2023, le tariffe restano inalterate e non verrà meno il sostegno alle famiglie in carico ai Servizi Sociali per il pagamento degli affitti, con più attenzione alle giovani coppie e ai soggetti monoreddito. 

L’impegno

Con il protocollo ci si impegna anche a farsi portavoce verso Marche Multiservizi per il sostegno delle utenze del servizio idrico, luce e gas in condizione di disagio socioeconomico e verso la Regione per integrare le politiche socio-sanitarie. «I 200mila euro sono una cifra iniziale, che verrà votata oggi in consiglio – conferma l’assessore Nobili – e che sarà destinata, come già fatto nel 2022, a supporto della Tari, lo decideremo entro giugno. Ci impegneremo però entro marzo a individuare ulteriori risorse da dedicare presumibilmente al fondo affitti o ad altre azioni di contrasto ai casi conclamati di povertà, seguiti dai Servizi Sociali». Con Nobili anche l’assessore al Welfare Luca Pandolfi: «Un protocollo non scontato e non dovuto, che ribadisce l’impegno dell’Amministrazione al sostegno delle famiglie».

Soddisfatte le organizzazioni sindacali. Roberto Rossini, segretario della Cgil cita la centralità del «sostegno alle famiglie per il pagamento degli affitti, perché le condizioni di fondo non sono cambiate (il Governo non ha stanziato le risorse)» e ribadisce l’urgenza «dell’integrazione socio-sanitaria, sempre più difficile da praticare, alla luce della mancanza dell’atto aziendale.

Manca da un anno e mezzo e mancherà per un altro anno. Ciò rende difficile organizzare le politiche sul territorio».

Il percorso

Per Maurizio Andreolini, della Cgil, quello concluso dalla firma, «è stato un percorso virtuoso, e non facile. Negli ultimi giorni ci siamo scambiati diverse bozze per trovare infine la quadra sul Protocollo che mette insieme le risorse necessarie per le necessità facendo attenzione sulla tassazione. Alcune amministrazioni l’hanno aumentata, al contrario di Pesaro». Giorgio Andreani, della Uil, ha aggiunto: «Sottoscriviamo un protocollo, importante per due motivi: il primo è che è stato scritto a quattro mani, il secondo è che aumenta risorse in un momento in cui lo Stato destina minori stanziamenti alle Regioni. E non è affatto scontato che un’Amministrazione aumenti risorse, soprattutto per il sociale. È il vero tema di questo periodo storico, in cui i servizi costano di più».

Ultima ma non meno importante c’è poi la questione socio-sanitaria, in cui il Comune è legato a filo doppio tramite l’Ambito territoriale sociale per il quale «è necessaria un’integrazione delle politiche sanitarie dei vari enti competenti» evidenzia Pandolfi sottolineando il punto 5 del documento e spiegando che «la sanità del territorio, non è solo quella ospedaliera». L’obiettivo è giungere al «modello già attivato come Ats tramite il percorso denominato Amministrazione condivisa – precisa Pandolfi- già utilizzato con il progetto per l’autismo».

Nello specifico

Il punto 5 del protocollo impegna Amministrazione e organizzazioni sindacali «ad agire nei confronti della Regione Marche affinché il percorso di razionalizzazione e di coincidenza territoriale tra ambiti sociali, distretti sanitari e centri per l’impiego si realizzi in tutto il territorio regionale e in particolare a partire dal territorio provinciale».

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