Il giudice Antonio Calma: «Ho avuto Mattarella come prof: gli pestai pure il piede»

Il giudice Antonio Calma: «Ho avuto Mattarella come prof: gli pestai pure il piede»
Il giudice Antonio Calma: «Ho avuto Mattarella come prof: gli pestai pure il piede»
di Elisabetta Marsigli
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Domenica 24 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:27

Nato ad Agrigento e tra i suoi professori universitari ha avuto l’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: il giudice Antonio Calma racconta la sua infanzia siciliana e il percorso che lo ha portato a Pesaro. Attualmente Vice Presidente della 2° sezione della Corte di Giustizia Tributaria di Pesaro, Antonio era un ragazzino molto vivace: «Mio padre era un artigiano e la mamma una classica casalinga siciliana. Ricordo ancora che mi chiesero cosa significasse la parola “esuberante”, che il maestro elementare aveva scritto nel mio giudizio e dovetti rassicurarli sul fatto che non era una cosa brutta», racconta sorridendo. Da piccolino sognava un futuro da calciatore: «Ero proprio fissato: tornavo da scuola, facevo i compiti in mezz’ora, mangiavo la pastasciutta quasi fredda e scappavo a giocare a calcio».

 

Viaggiare con la mente

E poi la passione per la geografia: Ho sempre avuto una grande passione per i viaggi: guardavo l’Atlante e viaggiavo con la mente. Agrigento, pur essendo una località molto turistica, era comunque una città che risentiva molto dei problemi che ci sono al sud: non c’era ancora uno sviluppo economico adeguato, per cui nel dopoguerra c’era ancora tanta povertà. Così, l’unica cosa era far volare la fantasia e giocare il più possibile con gli amici, ho anche imparato a suonare la chitarra».

E proprio la condizione economica non permise ad Antonio di diventare archeologo: «Diciamo che la mia famiglia non si poteva permettere gli studi universitari fuori città e allora Archeologia era a Palermo e necessitava la presenza alle lezioni, mentre Giurisprudenza no. Così mi consolavo andando a studiare nella Valle dei Templi. Stavo lì le ore con i miei libri, era un luogo che mi faceva stare bene, mi rilassava e permetteva di concentrarmi ed è lì che ho preparato i miei esami più importanti». D’altronde a scuola è sempre andato bene: «Ero sempre fra i primi della classe e senza nemmeno molto sforzo, anche se una volta mi rimandarono a settembre, ma non per demeriti scolastici… Essendo sempre nei primi banchi della classe, la professoressa si era fissata che noi le guardassimo le gambe dalla cattedra, ma non era vero, figurarsi, eravamo così timidi allora.

Avevo 8 nello scritto, ma mi fece una interrogazione assurda e mi diede 2 all’orale. Pure mio padre andò a protestare dal preside e alla fine la prof si scusò e superai quell’esame a pieni voti».

Esuberante, ma buono e amante degli animali: «Mi presi persino un morso per separare due cani che stavano litigando. La nostra era una vita semplice: giocavamo a pallone nel cortile della Chiesa, con ogni tanto i rimproveri del prete se urlavamo durante la messa, e giocavamo tra di noi, facendo anche scherzi come quello di inventarci sedute spiritiche per impressionare quelli meno scaltri, o inventarci tesori nascosti nel bosco per poi spiare chi ci cascava. Una vita molto genuina perché non c’era malizia, ci si accontentava di poco e soprattutto ci si divertiva con poco. Arrivare alla fine del mese era difficile per tutte le famiglie, i ricchi erano pochissimi e le amicizie erano vere».

E per questo Antonio ha cercato di pesare il meno possibile sulla sua famiglia: «Come dicevo non frequentavo, studiavo a casa e andavo a dare gli esami a Palermo. E fu così che incontrai per la prima volta Sergio Mattarella. Era il mio primo esame di diritto costituzionale ed ero emozionatissimo. Lui era alto e quindi aveva disteso le gambe un po’ in avanti, così quando mi sedetti gli pestai un piede e lui esclamò “il mio callo”. Pensai subito che mi avrebbe bocciato (ride) e invece fu molto gentile e cortese e mi diede un bel 24. Il presidente Mattarella fu anche presente alla mia Laurea. Sono stato felice di rivederlo a Pesaro dopo averlo rivisto ai funerali di Stato di mio cognato, Azeglio Ciampi: ho avuto l’occasione di fargli vedere proprio la foto della laurea e lui mi ha sorriso dicendo “bella questa foto, l’abbiamo fatto giusto tre mesi fa, vero?”».

«Esci in piedi o coricato?»

Antonio non si pente della sua scelta di Giurisprudenza, per il suo senso di giustizia innato: «Era da poco entrata in vigore l’obbligatorietà dello scontrino fiscale. Ero a Palermo e avevo dato proprio l’esame di diritto tributario. Andai con un collega in una trattoria dove non ci diedero lo scontrino e quando lo reclamai il gestore mi disse: “vuoi uscire da qui in piedi o coricato?”. Uscii in piedi, ma lo segnalai».

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