Pesaro, appello di un docente: «Il Bramante Genga ha le qualità per avere il liceo del Made in Italy»

Pesaro, appello di un docente: «Il Bramante Genga ha le qualità per avere il liceo del Made in Italy»
Pesaro, appello di un docente: «Il Bramante Genga ha le qualità per avere il liceo del Made in Italy»
di Letizia Francesconi
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Mercoledì 4 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 12:11

PESARO L’input del governo che spinge per introdurre dal prossimo anno scolastico il liceo del Made in Italy è ancora avvolto in un clima di generale incertezza. Quale istituto a livello locale dovrà accogliere il nuovo indirizzo formativo? In un silenzio che sottende un lavoro sotto traccia (o forse anche una fase attendista) cerca di smuovere le acque, e fare uscite allo scoperto le intenzioni di chi ha la facoltà di decidere, la lettera aperta della professoressa Sabrina Sandroni, docente del Bramante-Genga che sarebbe fortemente interessato, per naturale vocazione dei corsi, ad accoglierlo. 


A chi spetta


«A Pesaro - scrive l’insegnante - sta per nascere il liceo del Made in Italy, fortemente voluto dall’attuale governo. Con esso però si apre una questione: chi decide quale degli istituti debba ospitare il nuovo liceo? In base a quali criteri? Sembra che la decisione sia già stata presa, ma non tutti sono d’accordo. È bene che si apra una pubblica discussione che coinvolga tutti i soggetti interessati, dalla scuola, al mondo dell’impresa, alle famiglie e ai cittadini». 
«A questo scopo - prosegue - vorrei offrire alcune informazioni: a Pesaro, all’ interno dell’istituto tecnico economico e tecnologico Bramante Genga, istituto nel 1860 con l’intento di favorire la formazione di una classe imprenditoriale locale, esiste l’indirizzo professionale Istituto professionale per la lavorazione del legno e per il Made in Italy che da 4 anni lavora in sinergia con le aziende del distretto industriale pesarese». 

I laboratori


Sandroni spiega che «il Bramante Genga possiede laboratori dotati di macchinari d’avanguardia donati, in alcuni casi, dalle aziende del territorio come investimento sulla preparazione dei futuri operatori del settore del legno e del design.

I docenti dell’istituto sono preparati e formati per insegnare sia nel settore della progettazione che della produzione e del marketing. Sono inseriti in una rete di relazioni costruttive con il tessuto produttivo pesarese. Gli studenti entrano nelle aziende locali con percorsi di orientamento, stage estivi o visite aziendali. A questo punto mi chiedo perché sia stato escluso dalla possibilità di ospitare il nuovo liceo del Made in Italy. Chi lo ha deciso? Perché non sono state ascoltate le ragioni del corpo docente? Auspico che anche il mondo dell’impresa intervenga nella discussione e proponga il suo punto di vista. Se l’obiettivo del liceo del Made in Italy è quello di offrire un valido strumento alla crescita economica, chi meglio di un istituto tecnico del Made in Italy lo può fare? Ultima riflessione: in Italia, da più studi, si evince che mancano tecnici preparati sia a livello culturale che professionale. Quello del tecnico è un profilo sempre più richiesto dalle aziende, perché non provare a creare un indirizzo di studi che unisca preparazione culturale e competenze tecnico-professionali? Se la preoccupazione dei genitori è che i propri figli si laureino, ricordo che il 70% dei nostri diplomati si iscrive all’università e che Eduscopio della Fondazione Agnelli certifica i buoni risultati. Insomma al Bramante Genga ci sono tutte le risorse professionali per affrontare con successo la sfida di far nascere il liceo del Made in Italy. Chi deve decidere - conclude - rifletta». 


L’ultima parola


L’ultima parola spetta agli enti competenti: la Provincia che ha competenza sulle scuole superiori e Ufficio scolastico. Il problema è che nessuno ne parla o, interpellato, dice a tutt’oggi di non saperne nulla.
 

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