Pesaro, «Amianto, queste le zone dove occorre intervenire»: l’Osservatorio Ona segnala a Comune e Regione i siti più esposti

«Amianto, queste le zone dove occorre intervenire»: l’Osservatorio Ona segnala a Comune e Regione i siti più esposti
«Amianto, queste le zone dove occorre intervenire»: l’Osservatorio Ona segnala a Comune e Regione i siti più esposti
di Miléna Bonaparte
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Sabato 3 Febbraio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 11:43

PESAROProseguono le sofferte tappe della battaglia contro l’amianto. E, pur allargandosi il fronte per l’eliminazione delle fibre cancerogene che possono disperdersi nell’ambiente, tutti sono bravi a parole nell’invocare la mappatura e la bonifica, ma pressoché nessuna iniziativa concreta si è vista finora all’orizzonte.

«Non ci si fermi all’impegno preso sulla carta di una delibera di consiglio comunale, pur importantissima, bisogna agire dopo il lungo immobilismo». È l’incitamento della presidente dell’Osservatorio contro l’amianto Elisabetta Sacchi, dopo l’unanimità dei consensi in assemblea attorno a una mozione “trasversale” che ha messo d’accordo politiche di destra e sinistra in Comune, sfociate nell’impegno preso da sindaco e giunta per segnalare i siti maggiormente a rischio di contagio e procedere con le rimozioni.

L’annuncio

La presidente dell’Ona ha quindi annunciato che si sta valutando di istituire in Prefettura un tavolo di lavoro con Regione, Provincia, Comune, Ast, Arpam e curatori fallimentari (sono coinvolti diversi edifici in abbandono per dissesti finanziari degli ex proprietari).

L’idea è nata durante un incontro tra la responsabile del comitato cittadino dell’Osservatorio e il prefetto Emanuela Saveria Greco, la quale si è resa disponibile a riunire amministratori e tecnici per definire interventi nel rispetto delle competenze di ognuno. Saranno interessati anche i Vigili del fuoco, la Croce Rossa e la Protezione civile, cioè i primi a intervenire in caso d’emergenza. Nel frattempo la presidente dell’Ona ha inviato un dossier al Comune e alla Regione sui 5 siti più a rischio, dove è necessaria l’immediata eliminazione dei manufatti ormai in via di decomposizione. Quindi pericolosissimi.

«Parto da Monteciccardo - segnala Elisabetta Sacchi - dove ci sono quantitativi di materiale cancerogeno abbandonato in una zona privata che stanno cadendo a pezzi anche nel suolo di tutti. I forti venti hanno danneggiato la copertura ed è più che mai urgente l’intervento di rimozione. A Pesaro, nella zona dell’Ipercoop, la situazione di pericolo è stata denunciata dal 2011 al curatore fallimentare, ma fino a oggi non si è vista nessuna soluzione concreta. I residenti che vivono da quelle parti sono stanchi e sfiduciati. A rischio c’è anche un edificio nell’area produttiva ex Nava, 25 mila mq a Villa Fastiggi, dal 2011 gestita anche in questo caso da un curatore fallimentare, si tratta di un’enorme fabbricato completamente in abbandono. Passiamo ai capannoni industriali a Villa San Martino, tra via Becci e via Mercadante, di cui tre manufatti sono stati bonificati, ma ne rimangono ancora due. Nelle vicinanze ci sono una scuola materna, diversi condomini e una palestra».

Nel dettaglio

«Infine - puntualizza - a Muraglia, il sito in via dei Compagni doveva essere rimosso dal 2014, come riportano i documenti del Sisp, il Servizio igiene e sanità pubblica dell’Ast». Il vero rischio è rappresentato dall’amianto friabile che può essere ridotto in polvere con la semplice azione manuale, respirato o anche ingerito. Gli impegni sulla carta ci sono tutti. E per questo la presidente dell’Ona ha voluto ribadire il suo compiacimento per l’approvazione all’unanimità in consiglio comunale della mozione di Emanuele Gambini, lista civica di centrodestra, emendata da Michele Gambini del Pd, che ha chiamato a rapporto anche la Regione per il suo dovere di risarcire le spese di bonifica affrontate dai privati. «Ben vengano le forze di destra e sinistra che imboccano la stessa strada quando si tratta di tutela della salute e dell’ambiente - commenta Sacchi -. È ora che si lavori per il bene comune e non con fini personali e di schieramento. Quindi ringrazio l'impegno di Emanuele Gambini, che ha tanto lavorato nella lotta all’amianto, e Michele Gambini. Ma adesso bisogna intervenire dove per anni l’allarme è stato ignorato».

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