Dall'impennata dei consumi alle reti vecchie: ecco perchè i tubi delle condotte si rompono

Dall'impennata dei consumi alle reti vecchie: ecco perchè i tubi delle condotte si rompono
Dall'impennata dei consumi alle reti vecchie: ecco perchè i tubi delle condotte si rompono
di Miléna Bonaparte
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Lunedì 17 Luglio 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 12:09

PESARO - Anche l’amministratore delegato di Marche Multiservizi, Mauro Tiviroli, sabato mattina era in via Ponchielli insieme ai suoi tecnici per accertarsi della gravità della rottura nell’acquedotto cittadino che ha chiuso i rubinetti nei quartieri di Villa San Martino, Soria-Tombaccia, Santa Maria delle Fabbrecce e strade limitrofe rimasti per gran parte della giornata di ieri all’asciutto.

«Sono passato di lì proprio mentre i colleghi stavano cercando di bloccare una valvola - sottolinea il dirigente della società pubblico-privata per la gestione di energia, risorse idriche e ambiente -.

Anche se in questo caso il tratto della condotta è importante, perché al servizio di molte zone della città, in generale le rotture della rete sono assai frequenti nella nostra gestione del ciclo integrato. Abbiamo dalle 4.900 alle 5.300 lesioni della condotta ogni anno che si verificano soprattutto nei mesi estivi, sempre operando in maniera tempestiva per limitare al massimo danni e disagi. Molteplici sono le cause. Sicuramente la vetustà dell’acquedotto è il primo fattore, parte della rete risulta vecchia e danneggiata. Anche se la nostra percentuale di perdite d’acqua potabile pari a 5,2 metri cubi per ogni chilometro è assai contenuta, siamo molto al di sotto della media nazionale che arriva fino a 22 metri cubi al km. Possiamo definirci un’impresa virtuosa che si basa sulla sostenibilità e la sicurezza. Certamente incide quanto si sta facendo per l’ammodernamento impiantistico in una condotta di circa 5.000 chilometri che si allarga in tutta la provincia, tranne i comuni di Fano, Mondolfo, Monteporzio, Pietrarubbia e Montecopiolo, passato in Romagna».

Secondo fattore, a detta di Mauro Tiviroli, è la siccità estiva: «Il clima torrido non aiuta certo, anzi. Il terreno si dissecca e crea dei movimenti nel suolo che incidono sulla stabilità della condotta e questa può danneggiarsi anche gravemente. Soprattutto in zone argillose come le nostre il femoneno è molto diffuso. Altra causa delle rotture sono le scariche elettriche attirate dai tubi in ferro di vecchio tipo, senza la guaina di protezione catodica. Infine incidono sicuramente gli sbalzi di pressione, come appunto pensiamo che sia successo nel caso di questa rottura in via Ponchielli».

Una buona gestione che, secondo l’amministratore delegato di Marche Multiservizi, è un punto di partenza per fare ancora meglio. «Abbiamo presentato un progetto che ha concorso a un significativo finanziamento del Pnrr di oltre 28 milioni di euro - ricorda Tiviroli -, in graduatoria siamo i primi che non hanno ancora ricevuto fondi e attendiamo di rientrare in gioco.

Il nostro piano prevede il trasferimento in digitale della gestione di tutte le reti, la modellazione dei flussi attraverso algoritmi per ottimizzare la pressione, la distrettualizzazione che permette di gestire in maniera differenziata la rete a seconda delle esigenze, la bonifica delle condutture e l’installazione di nuovi tubi, la tele-lettura e la sostituzione dei contatori per commercianti e imprese ai fini di controllare i consumi ed evitare le perdite. Tutti interventi di grande portata difficili da realizzare senza gli investimenti europei del Pnrr». 

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