Ospedale di Muraglia, la mobilitazione si farà
e c'è anche l'appello di Giuseppina Catalano

Ospedale di Muraglia, la mobilitazione si farà e c'è anche l'appello di Giuseppina Catalano
di Miléna Bonaparte
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Giovedì 24 Agosto 2023, 07:36 - Ultimo aggiornamento: 22:16

PESARO - Quando era in camice bianco ad Oncologia, struttura d’eccellenza da lei fondata a Muraglia nel 1987, come una sorta di ”mamma” premurosa del reparto incoraggiava i malati e le famiglie con il suo vessillo di «riuscire a dare a tutti la consapevolezza che essere malati di cancro non è una vergogna, né una colpa».

Ora che ambulatorio, day hospital e degenze per diagnosi e cura dei tumori, insieme a Ematologia e centro Trapianti, potrebbero lasciare via Lombroso e trasferirsi nella palazzina F del San Salvatore, per lasciare spazio al cantiere del nuovo ospedale, Giuseppina Catalano, 82 anni, originaria di Modena e da 36 primavere pesarese, nonché vicesindaco di Ceriscioli dal 2009 al 2014, torna a sostenere ed esortare la sua città, questa volta su un piano più politico che terapeutico. 

L’esortazione

Con post social pressoché quotidiani, la dottoressa sostiene che è necessario «fare squadra e fronte comune» nella battaglia a dire il vero mai sopita, ma che ora torna a infiammarsi nell’imminenza del voto del 2024, per il nuovo presidio sanitario da 350-400 posti letto che la Regione, in accordo con il Comune, ha previsto di realizzare a Muraglia. Anche se per Catalano il nodo della questione è un altro: che senso ha scontrarsi sul puzzle dei reparti ospedalieri, delle comunità-residenze protette e degli ambulatori di via Lombroso quando ancora non è stato neppure approvato il progetto di fattibilità da parte della giunta regionale di Acquaroli? 
«Nel movimento cittadino che sta sorgendo attorno ai ventilati trasferimenti delle strutture che interferiscono con il cantiere del nuovo ospedale - mette subito in chiaro Giuseppina Catalano - è di importanza vitale fare squadra e non indebolire nessun fronte. Bisogna essere cauti, per esempio, a sostenere la necessità di spostare il Punto nascita per lasciare spazio ai reparti di Muraglia. Se non si prestano le dovute attenzioni è facile che si scateni una lotta tra diritti di uguale e drammatica portata. Bisogna tenere fermo l’obiettivo del bene di tutti e subito fare corpo unico perché si trovino altre soluzioni, che esistono e sono tante, affinché nessuno venga penalizzato». 
Poi la dottoressa Catalano va dritta al punto: «Resta totalmente oscuro il perché si parli già di spostamenti da Muraglia quando ancora non esiste il progetto approvato per il nuovo ospedale, senza di quello non si appaltano i lavori e il cantiere resta fermo al palo.

Se non ci sono ancora le condizioni per concretizzare gli interventi (si parla di fine settembre 2024, ma l’esperienza insegna che ci vorrà ancora altro tempo per recuperare i ritardi), perché spostare adesso i reparti e le strutture con dentro persone malate e operatori sanitari? In ogni caso anche per realizzare questi trasferimenti e procedere con le demolizioni ci vuole un piano di fattibilità. Il presidio di Muraglia, sulla base dell’esperienza vissuta con il cantiere della palazzina della Radioterapia, si presta a soluzioni di accesso e ripartizione dei cantieri, nonché di recupero delle parti di già costruito che possono contenere notevolmente la necessità dei trasferimenti, nonché la fatica e l’onere finanziario di reperire altre strutture».

Lo slogan

Un appello finale, che sembra essere già stato raccolto dalle forze politiche e sociali, è quello di tornare a dibattere del nuovo ospedale di Muraglia. «Tutti, cittadini, istituzioni, associazioni e schieramenti politici, riuniamoci per discutere insieme di questo strategico intervento sanitario. L’obiettivo è alto e supera qualunque divisione. Possiamo riuscirci». Con lo slogan ”Prima il progetto, poi gli spostamenti” è in programma infatti una manifestazione per questo sabato, 26 agosto, alle 11 in piazzale Cinelli, davanti al San Salvatore. 
 

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