Patrick ​Zaki domani a scuola, polemiche a Pesaro ma i docenti replicano: «Confronto necessario»

Doppio appuntamento al Liceo Marconi e a Palazzo Giacchi

Patrick Zaki domani a scuola, polemiche a Pesaro ma i docenti replicano
Patrick ​Zaki domani a scuola, polemiche a Pesaro ma i docenti replicano
di Elisabetta Marsigli
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Venerdì 1 Marzo 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 12:47
Domani doppio appuntamento con Patrick Zaki: la mattina a scuola nell’aula magna del liceo Marconi per parlare del libro “Sogni e illusione di libertà. La mia storia”, alle 17.30 a Palazzo Ciacchi nell’ambito di “Incontri capitali”. Secondo Camilla Murgia, assessora alla Crescita, la presenza di Zaki è una bella occasione di confronto diretto, dopo la mobilitazione degli studenti durante la sua lunga prigionia in Egitto: «Le nostre scuole lavorano da tantissimi anni sui temi della responsabilità della legalità e dei diritti umani.  

Zaki, nel periodo della sua prigionia è stato oggetto di approfondimento e di studio e anche di adozione da parte delle scuole, perché oltre la persona, il discorso dei diritti umani è una tematica su cui le scuole lavorano moltissimo per fare crescere il senso di cittadinanza attiva e responsabilità nelle nuove generazioni». Eppure, soprattutto attraverso i social, il suo arrivo a Pesaro è accompagnato da polemiche becere tanto che qualcuno, dopo aver bollato le proteste come frutto del comportamento del «Pdm di turno» (i pesaresi sanno cosa vuol dire l’acronimo), ha detto in modo tranchant: «Sembra che arrivi Matteo Messina Denaro».

Dichiarazione congiunta dei docenti

Dai docenti del Marconi, Mamiani Genga, Bramante e Cecchi e le scuole aderenti alla rete #Responsabilità giunge una dichiarazione congiunta: «Per noi docenti che siamo non solo titolari delle nostre discipline, ma anche dell’educazione civica, il fine è educare i ragazzi alla giustizia e alla libertà, in particolare all libertà di espressione. La vicenda di Zaki diventa emblematica della lotta per i principi che hanno ispirato i nostri padri costituenti e ispirano ancora la nostra Costituzione. Da Voltaire in poi, questi principi sono stati riconosciuti in tutte le costituzioni a cominciare da quella americana. Principi non istituti ma semplicemente riconosciuti e che dunque vengono prima delle leggi. Questo è il nostro orizzonte e noi dobbiamo, in quanto insegnanti, lasciare il segno, educare al dialogo e alla riflessione critica. Dobbiamo immergere i nostri ragazzi nel presente, attraverso il confronto, la pluralità delle posizioni e l’esercizio allo spirito critico. Soprattutto per contrastare una arretratezza culturale oggi molto diffusa. Se rinunciassimo a questo, abdicheremmo al nostro ruolo. La presenza di Zaki diventa un momento di riflessione anche sulla morte di Giulio Regeni, un italiano torturato e ucciso nelle stesse carceri dove è stato recluso Zaki».
 

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