PESARO - A volte se ne vanno senza fare rumore, sconosciuti ai più, per modestia o perché così sono andate le cose. Eppure sono pesaresi di grande valore. Domenica scorsa ci ha lasciato Germano Ferri, uno dei più grandi disegnatori di fumetti.
«Profondo conoscitore dell’anatomia umana, dell’estrema ricerca nell’espressione del femminile (le sue donne sono sconvolgenti), della matita, del ripasso a china e del colore, ed essendo di terra marchigiana, non si può non definirlo ”il Raffaello del fumetto”»: questo il giudizio di Marco Pugacioff, scrittore e storico del fumetto. Diplomatosi nei primi anni ’60 all’Accademia di Belle Arti di Roma, pur aspirando a voler realizzare manifesti cinematografici, un giorno del 1962 si presenta agli editori Fratelli Spada proponendosi come copertinista delle loro collane di gialli.
Ma gli viene invece richiesto di realizzare avventure a fumetti dell’Uomo Mascherato e lui disegna così l’episodio “l’Asso di picche” che supera il giudizio dei redattori.