Inneggiano alla marcia su Roma e confondono Mussolini con il "Che"

Inneggiano alla marcia su Roma e confondono Mussolini con il "Che"
Inneggiano alla marcia su Roma e confondono Mussolini con il "Che"
di Elisabetta Marsigli
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Sabato 29 Ottobre 2022, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 17:03

PESARO Il giorno era di quelli ad also zero: 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, per di più esattamente un secolo fa (nel 1922) e con il governo di destra fresco di insediamento. Insomma una serie di combo che guardavano alla giornata con le orecchie alzate per nostalgia e dintorni. E in effetti uno striscione è spuntato: ieri mattina al campus scolastico. Riportava “Patria o morte” seguito da un’inequivocabile data (1922-2022) e da un disegno, un fulmine cerchiato, simbolo legato al Blocco Studentesco, emanazione di Casa Pound. 

 
Poche, sbagliate parole
Poche parole e pure sbagliate, dato che “Patria o morte” è una frase in lingua spagnola, poi divenuta slogan politico della sinistra rivoluzionaria, attribuita a Ernesto Che Guevara.

In ogni caso quanto di più lontano dalla figura di Benito Mussolini e del fascismo. Lo striscione è stato rimosso, è stata informata la Digos, verranno visionate le telecamere e la polemica politica è divampata come un cerino lanciato in una tanica di benzina. 


L’indignazione
«Nel giorno dell’anniversario della marcia su Roma è apparso al campus scolastico uno striscione indegno - ha commentato il sindaco Matteo Ricci sulla sua pagina Facebook - un atto vergognoso davanti ad un luogo frequentato da giovani studenti, il campus scolastico di Pesaro. Ho detto di rimuovere immediatamente questa oscenità. Pesaro sarà sempre schierata contro la cultura fascista». Il posizionamento dello striscione è un’azione che è stata condannata anche dal presidente della Provincia di Pesaro Urbino Giuseppe Paolini: «Sporgeremo denuncia. Abbiamo segnalato il fatto alle forze dell’ordine per svolgere le opportune indagini. Mai più fascismi: quanto accaduto è inammissibile. E’ necessario vigilare sul rispetto dei valori fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e tutte le istituzioni devono essere unite in questo impegno. Il centesimo anniversario della marcia su Roma deve servire al contrario da monito a tutti, perché appartiene al periodo buio della nostra storia. Noi vogliamo celebrare e difendere la democrazia in ogni occasione», conclude il presidente. 

«Trovo molto grave - ha dichiarato la parlamentare marchigiana Irene Manzi - la comparsa uno striscione con il simbolo di Blocco studentesco emanazione, come è noto, di Casa Pound. Bene che lo striscione sia stato subito rimosso e che il presidente Paolini, abbia dichiarato che a breve sporgerà denuncia. L’Italia è antifascista ed è inaccettabile che in un luogo dove si trasmette il sapere alle giovani generazioni vengano esposti manifesti vergognosi. Manifesti che offendono i valori comuni su cui è nata la nostra Repubblica democratica e che sono a fondamento della Costituzione. Auspico che le forze politiche facciano sentire la loro voce per denunciare questo episodio. Non sono ammesse ambiguità. E mi auguro che le forze dell’ordine svolgano le opportune indagini. Non è accettabile che questo vile gesto rimanga senza responsabili».


«Leggete i libri»
All’indignazione si è aggiunta anche Marta Ruggeri, capogruppo di M5S in consiglio regionale: «Un buon libro di storia ai nostalgici del Ventennio. Cascano le braccia, vedendo lo striscione affisso al campus. Invito chi l’ha fatto a prendere ispirazione dal luogo, acquistando un buon libro di storia sul ‘900 e leggendolo con attenzione per farsi un’idea un po’ più precisa».

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