Sant'Angelo in Vado, perizia psichiatrica
"Igli capace di intendere e volere"

Sant'Angelo in Vado, perizia psichiatrica "Igli capace di intendere e volere"
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Sabato 21 Novembre 2015, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 21:17
SANT?ANGELO IN VADO - Ma chi è Igli Meta, omicida reo confesso dell'atroce delitto di Ismaele Lulli?. Chi è Igli Meta, omicida reo confesso dell'atroce delitto di San Martino in Selva Nera in cui ha trovato l'orribile morte, il 19 luglio scorso, il diciassettenne Ismaele Lulli di Sant'Angelo in Vado? Secondo la bozza della relazione tecnica dello psichiatra di parte difensiva, Paolo Roma, accademico presso l'Università "La Sapienza" della Capitale, Igli Meta, conferma allo stato attuale "la piena capacità di agire" ma viene, subito dopo, definito "psicopatico timoroso". Le risultanze del colloquio tra il giovane albanese e lo psichiatra hanno spiegato, secondo quest'ultimo, "una personalità immatura, condizionata dal timore di inferiorità, dalla sofferenza per la vergogna e la necessità di dipendere da altri. E' un soggetto debole". Ciò che l'ha portato a compiere quello che ha fatto, legando Ismaele alla croce di ferro per interrogarlo e poi punirlo selvaggiamente è, secondo il professionista, "una manovra controfobica", cioè Igli "per controllare la sua ansia e la sua paura di essere deriso deve apparire un opposto, diverso dalla sua natura debole e fragile. Appena ha compiuto l'omicidio sente l'esigenza di raccontare quello che ha fatto alla ragazza. E' incapace di mantenere il segreto perché troppo irrequieto. Questa - secondo il professor Roma - è un chiaro indicatore di insicurezza". Abbiamo chiesto all'avvocato Salvatore Asole, legale difensore di Igli, se riconosce, nella relazione, il suo assistito. "In effetti Igli Meta è un debole, un timido, capace di crearsi una maschera per nascondere la sua insicurezza facendo finta di essere sereno e forte". Perché il terribile assassinio? "Secondo il professor Roma l'omicidio è una vera e propria espressione della sua personalità. Due i fatti che hanno portato all'astio finale. Uno: la rivelazione che Ambera, la sua ragazza, era stata più volte con Ismaele accresce in Igli il livello di irritazione; due, la vittima non provava lo spavento che Meta si attendeva. Voleva procurare in Ismaele una enuresi tanto che, è stato confessato anche da Igli stesso, Igli ha strappato i pantaloni a Ismaele per vedere se questo fosse avvenuto". E con ciò queste due situazioni vanno a produrre una conclusione orrenda? "Una fine che secondo noi e secondo il professor Roma, Igli, non si aspettava. Voleva impaurirlo e non ucciderlo". Sarà compito del processo stabilire la premeditazione. "Per noi le relazioni del Ris di Roma sono state positive. Igli non ha utilizzato l'acido. La bottiglia l'ha solo agitata per spaventare Ismaele e il nostro consulente ci ha dato conferma che Igli, in quel momento, non era se stesso". Cosa c'era esattamente nella bottiglia che scuoteva? "Un additivo per auto, altamente infiammabile, tossico, nocivo se ingerito, poteva provocare danni alla pelle se a contatto. I frammenti della maglietta della vittima hanno dato riscontri negativi: non c'è presenza della sostanza in esame. Quindi...".

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