Secondo l’accusa l’uomo avrebbe sottoposto la moglie a un clima insopportabile. Ci sarebbero stati anche aggressioni in cui l’avrebbe afferrata per il collo rinfacciandole di essere l’unico a produrre redditi in famiglia. Nel corso di alcuni litigi una volta le avrebbe lanciato un rasoio colpendola alla nuca e una volta una bottiglia di birra, senza colpirla. Avrebbe preteso rapporti sessuali senza la volontà della donna e in alcuni casi li avrebbe anche ripresi con il telefono.
Secondo l’accusa la signora viveva in condizione di soggezione e sudditanza economica. Lui l’avrebbe minacciata di non darle più i soldi per mantenere lei e i figli. Poi le minacce via telefono dicendole che le avrebbe spaccato la faccia, tanto che la donna in un caso aveva chiesto l’intervento della polizia avendo paura di rientrare a casa. Gli avvocati Giovanni Orciani e da Liliana Pesaresi hanno ricostruito nel dibattimento come tutto fosse successo nell’alveo del rapporto conflittuale e dimostrato come le violenze non fossero tali, così come la registrazione dei video mai trasmessi.
La stessa procura ha chiesto l’assoluzione e il collegio ha assolto l’imputato per non aver commesso il fatto. Soddisfatta la difesa che sottolinea «la fine di un calvario giudiziario ed emotivo e la completa riabilitazione dell’imputato».