Elezioni Pesaro, il candidato Pd può attendere: gli iscritti dicono Biancani ma il segretario vuola la scelta unitaria (e le primarie sono un rischio)

Elezioni Pesaro, il candidato Pd può attendere: gli iscritti dicono Biancani ma il segretario vuola la scelta unitaria
Elezioni Pesaro, il candidato Pd può attendere: gli iscritti dicono Biancani ma il segretario vuola la scelta unitaria
di Silvia Sinibaldi
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 11:56

PESARO Dalla sede di via Salvatori lunedì sera lo stato maggiore del Pd è uscito senza il nome del suo prossimo candidato sindaco. Anzi il segretario comunale Giampiero Bellucci ha aggiornato l'assemblea concedendo e concedendosi alcune settimane di tempo per poi convocare un tavolo, di segreteria allargato, la cui composizione sarà sua scelta, e individuare il candidato del Pd.

L’obiettivo

Il candidato in realtà ci sarebbe, ed è Andrea Biancani che  nel percorso di ascolto voluto dallo stesso Bellucci e da tutta l’assemblea comunale, si è portato a casa circa i 3/4 dei consensi. Ma l'obiettivo del segretario, la cui nomina è frutto di una scelta condivisa e di una candidatura unitaria, è ottenere lo stesso risultato anche per il designando successore di Matteo Ricci. Ma tra Andrea Biancani (60%) e Daniele Vimini (20%) c'è un terzo incomodo, ovvero le primarie strenuamente volute dal fortino di Villa Fastiggi (20%) che lunedì ha trovato incarnazione nella disponibilità di Sara Mengucci.

«Il percorso che ho voluto affrontare - racconta Bellucci - coinvolgendo oltre 50 iscritti che in incontri faccia a faccia con me o altri membri della segreteria hanno affrontato temi strategici per la campagna elettorale e per l’idea di futuro di questa città. Sul fronte della candidatura la figura di Biancani è chiaramente la più apprezzata, quella ritenuta idonea a rappresentare un programma già delineato (mantenere i servizi, attenzione ai quartieri, più impegno nella manutenzione ordinaria della città e massimo risultato dalla Capitale 2024). «Ora - riprende Bellucci - non trovare un punto di sintesi su questa candidatura a me sembra una sorta di impoverimento del partito e parlare di primarie in una fase in cui, anche a livello nazionale, si sta mettendo in discussione l’opportunità di ricorrervi, mi sembra a maggior ragione un errore di strategia».

Le primarie caldeggiate a rischio flop

Non lo dice il segretario comunale ma le primarie (caldeggiate negli interventi di Luca Ceriscioli, Camilla Fabbri, Andrea Nobili e Sara Mengucci) rappresentano anche un rischio concreto di flop, con le urne semi vuote e disertate da iscritti e simpatizzanti.

Va infatti tenuto conto che nessuno degli alleati certi e di quelli possibili ha intenzione di appoggiare le primarie alle quali non vogliono assolutamente partecipare, lasciando così che la sfida fratricida si consumi solo all’interno del partito.

Le argomentazioni

Argomenti spiegati con chiarezza da Franco Arceci, fermamente contrario alla corsa a tre mentre Matteo Ricci ha tenuto un profilo morbido, senza spigoli, rimandando al tavolo per l’ultima consultazione, un verdetto che sembra semplice. Ma come insegna la politica tutto è complicabile, tutto è vero ma anche meno vero. E Tornando all’intervento di Luca Ceriscioli ha destato sorpresa (ma non troppo) l’assist (?) offerto a Matteo Ricci quando commentando l’ipotesi del terzo mandato ancora non del tutto eliminato dal dibattito, il professore ha sostenuto: «Se anche il governo concedesse il terzo mandato ai sindaci Matteo Ricci non può essere ancora candidato sindaco: dobbiamo lavorare tutti per la sua candidatura a presidente della Regione». Così in parlamento ci tornerebbe Alessia Morani-

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