Imprevisto, le storie di 10 ragazzi tornati liberi dalle dipendenze sul palco del teatro Rossini di Pesaro. «Il dolore non è mai senza speranza»

Imprevisto, le storie di 10 ragazzi tornati liberi dalle dipendenze sul palco del teatro Rossini
Imprevisto, le storie di 10 ragazzi tornati liberi dalle dipendenze sul palco del teatro Rossini
di Luca Senesi
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Domenica 4 Febbraio 2024, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 12:05

PESARO Festa speciale quest’anno per l’Imprevisto per la quale è stato il Teatro Rossini al completo fare da cornice alle “dimissioni” di dieci tra ragazzi e ragazze dalla comunità. Presieduta da Silvio Cattarina l’Imprevisto è una realtà pesarese che aiuta i ragazzi e i giovani adulti ad uscire dalle dipendenze e che in questa occasione annuale festeggia l’evento con le testimonianza dei ragazzi, dei genitori e la comunità che si ritrova unita e in compagnia di tanti amici.

Le presenze

Uno tra tutti Paolo Cevoli figura sempre presente per l’occasione. Insieme a lui hanno preso la parola sul palco anche l’arcivescovo di Pesaro Sandro Salvucci e il sindaco Matteo Ricci. Commozione, dolore, valori profondi ma anche riscatto da dipendenze come droga, autolesionismo e reati gli ingredienti di un evento che si ripete annualmente ma che rappresenta per tutti la speranza che si può rinascere in ogni occasione. «Il dolore non è mai senza speranza – dice Cattarina nel suo intervento - la questione è incontrare e conoscere l’immensità del bene». Ecco allora le testimonianze dei ragazzi come Stefano 28 anni che vive a Roma «Si cade in certe cose per la sfiducia verso la vita e in noi stessi. A causa della droga mi sono sempre più allontanato dalla mia famiglia e da mia madre ma lei non ha mai smesso di sperare in qualcosa di grande per me» oppure Cristina vittima di bullismo e poi autolesionista con la consapevolezza di essere stata adottata. Da Andrea anche l’esperienza del carcere «Ho avuto un’infanzia travagliata; ero in lotta contro me stesso. Cosa cercavo? La consolazione in uno stile di vita che mi appagava, cercavo la felicità nella droga ma quella felicità è un’ illusione momentanea». Ma per tutte queste esperienze gli operatori dell’Imprevisto e del Tingolo hanno saputo accogliere tutti questi ragazzi e trovare in loro quella scintilla di bontà e valore che ognuno ha in sé. Il vescovo nel suo intervento riporta l’esempio del grande Michelangelo che «Vedeva la bellezza nel blocco che sceglieva e da dove avrebbe liberato il bello che era già al suo interno». Anche il sindaco Matteo Ricci ha sottolineato che «Da questa giornate si coglie la scintilla negli occhi di questi ragazzi. Vincenti non sono coloro che vincono sempre ma coloro che dopo la sconfitta hanno la capacità di rialzarsi» e si mostra orgoglioso non solo di una presenza a Pesaro di una realtà come questa ma anche di tutti gli operatori sociali di cui Pesaro va fiera. Infine non sono mancati anche momenti divertenti durante l’intervento del comico Paolo Cevoli che ha avuto però anche parole belle ed importanti sulla capacità di rialzarsi ed essere positivi che uniscono questi ragazzi all’esperienza dell’alluvione in Romagna.

Il sorriso

«Il fango copriva tutto e l’odore era ovunque – racconta di quando ha visitato quei luoghi – ma sono rimasto colpito dallo sguardo delle persone che nonostante avessero perso tutto cercavano sempre il lato positivo specialmente quello di essere vive». A fare da prologo alla mattinata sono state le poesie di Eugenio Montale recitate dalle ragazza del Tingolo guidate da Lucia Ferrati e dai ragazzi dell’Imprevisto guidati da Gilberto Santini.