Cena per novanta stretta del questore sospesa la licenza

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Domenica 1 Novembre 2020, 05:05
I CONTROLLI
PESARO Il sindaco Matteo Ricci, che ribadisce la sua preoccupazione per la seconda ondata del virus, aveva chiesto a prefetto e questore una sanzione esemplare per Umberto Carriera, il ristoratore che lunedì ha invitato a cena 90 commensali nel suo locale, la Macelleria, per sfidare le restrizioni dell'ultimo Dpcm che impone la chiusura alle 18: ieri la sanzione è stata servita. Il questore Michele Todisco ha sospeso al titolare, che gestisce altri ristoranti come l'Osteria delle Candele a Candelara, la licenza per 15 giorni.
La ricostruzione
In base al precedente provvedimento, preso lunedì scorso dopo l'arrivo delle forze dell'ordine in via delle Galigarie in piena cena, alla Macelleria era stata imposta una multa di 400 euro e una chiusura per 5 giorni, fino a ieri, sabato 31 compreso. Oggi avrebbe potuto riaprire a pranzo, ma così non sarà. E il titolare Carriera, reduce da ospitate in talk show in lungo e in largo, ha già annunciato ricorso con il suo legale. Si profila un braccio di ferro tra il Masaniello dei ristoratori e le istituzioni, il tutto mentre le categorie penalizzate annunciano un'altra protesta per domani, 2 novembre: stesso giorno della settimana, stesso luogo, stesso orario (18.30). Eh sì perchè l'antefatto della cena corale alla Macelleria era stata la protesta in piazza del Popolo organizzata via social dallo stesso Carriera: un raduno di oltre 400 persone senza sigle ufficiali che è stato giocoforza messo in ombra dalla successiva pizza&birra. E gli esercenti che già quest'estate si erano riconosciuti nella categoria Ho.re.ca per poi ritrovarsi sotto l'hashtag #cosìprovatecivoi torneranno a farsi sentire. Il presidio, autorizzato, si chiamerà Riprendiamoci il Paese. Con i manifestanti e gli organizzatori ci sarà lo stesso Carriera che, giusto dissipare equivoci sulle sue intenzioni, ieri ha già postato un cappio accompagnato da un perentorio Adesso basta.
Adesso basta
Adesso basta anche per la Questura. Stando a quanto accertato e messo a verbale, prima della verifica sulla presenza dei 90 commensali, il titolare avrebbe tentato «con determinazione, di impedire l'acceso al proprio locale al personale incaricato del controllo che, infine, riusciva ad entrare solo grazie all'occasionale apertura di un'uscita di sicurezza da parte di un avventore». «Una volta all'interno - si legge nella nota della Questura - gli operatori constatavano, oltre alla rilevante presenza di persone intente a consumare cibi e bevande ai tavoli, anche il mancato rispetto delle misure organizzative anticovid previste dal protocollo regionale e dal Dpcm del 24 ottobre 2020, come quella relativa all'uso delle mascherine». Da qui la chiusura provvisoria e immediata per 5 giorni. Successivamente il questore Todisco, valutata «la gravità dei comportamenti» ha disposto la sospensione della licenza per 15 giorni.
Cosa dice il Testo unico
Il Tulps, il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza prevede, che il questore possa sospendere la licenza di un esercizio che costituisca un pericolo per la sicurezza dei cittadini o per l'ordine pubblico. «Nello specifico caso - prosegue la nota della Questura - nell'attuale situazione di emergenza sanitaria, la violazione delle norme imposte a tutela della salute pubblica ben possono inquadrarsi nel più vasto concetto di pericolo per la sicurezza dei cittadini racchiuso nella norma. Inoltre la mancata osservanza delle disposizioni atte a prevenire il contagio da parte dell'esercente, ha causato delle oggettive criticità per l'ordine pubblico, connesse al rilevante numero di avventori presenti, che sono state gestite senza ulteriori ricadute sulla situazione solo grazie alla professionale opera di mediazione e persuasione svolta dal personale della Polizia di Stato». Alla notifica della Questura, Carriera ha ribattuto senza apparenti segni di cedimento, anzi rilanciando il suo ruolo di capopopolo: «La sicurezza dei cittadini non è mai stata messa in pericolo, ho controllato personalmente le persone mie ospiti all'interno del locale, monitorandole. Ribadisco l'illegittimità del Dpcm che contesto anche per la sua incostituzionalità e comunico che ho già dato incarico ai miei avvocati di ricorrere in ogni sede».
Risarcimento
«Ritengo - prosegue - di aver subito una disparità di trattamento molto grave, anche in relazione ad altre proteste simili accadute e chiederò il risarcimento dei danni che subirò a causa delle chiusure. La mia battaglia non si fermerà ed andrò fino in fondo». Sullo sfondo del braccio di ferro una situazione sempre più seria, instabile e complessa, dove ognuno di noi è chiamato a responsabilizzarsi: per la criticità di un'emergenza sanitaria in espansione, per la sofferenza di intere categorie, per le tensioni sociali che si sono già innescate.
Simonetta Marfoglia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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