L'appello

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Mercoledì 5 Febbraio 2020, 05:04
Il cardiologo Savini:
«Salvaguardate il Murri»
Dopo 30 anni di brillante carriera lascia il cardiologo Ettore Savini, va in pensione e prima di chiudersi la porta alle spalle incontra Paolo Calcinaro per parlare di sanità, università, commercio. A proposito di sanità, «quando sono entrato nell'89 c'erano tante aspettative dice si cominciavano a costituire i reparti specialistici, tra cui la cardiologia, negli anni Novanta c'è stata una discreta crescita del Murri e già allora si parlava dell'ospedale nuovo e di emodinamica, di ampliamenti». Da allora sono passate tre decadi, «c'è stato l'impegno di tanti amministratori, dei medici, della Cassa di Risparmio di Fermo, di Confindustria, dell'associazione Gli Amici del Cuore, ma si poteva fare di più. Ora sembra che qualcosa si stia muovendo con il nuovo nosocomio a Campiglione». Dopo l'impegno al Policlinico Gemelli di Roma, è tornato nella sua Fermo per volontà del padre Giovanni, un imprenditore nel campo dell'edilizia a Roma, e qui Savini ha ricoperto l'incarico di alta specializzazione in scompenso cardiaco, oltre a essere docente di malattie cardiovascolari alla Politecnica delle Marche. Personalità eclettica, sportivo, artista e imprenditore, a conferma della sua vocazione sociale c'è l'esperienza in Kosovo da medico volontario, alla missione Arcobaleno nel '99 durante il conflitto, c'è la direzione sanitaria nel campo profughi di Collotorto in Molise nel terremoto del 2002, e l'impegno in Croce Verde. Una voce da ascoltare la sua. Parla anche di commercio, università e dell'argomento che gli sta più a cuore, il suo settore di riferimento. «Con soddisfazione annoto che diversi corsi universitari stanno per essere avviati con l'Università Politecnica - dice - questo è ottimo perché permetterà a Fermo di caratterizzarsi come città studentesca e di mantenere l'impostazione del passato, quando l'Iti richiamava studenti da tutta Italia». E l'ospedale? «Il problema non è tanto strutturale quanto di carenza di personale, mancano i medici. Oggi siamo spesso costretti a trasferire i pazienti in ospedali più attrezzati e con più disponibilità di posti letto, è un problema da risolvere».
so. am.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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