IL POST TERREMOTO
ASCOLI Il centro storico che prova a rinascere dopo il sisma

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Sabato 19 Gennaio 2019, 05:04
IL POST TERREMOTO
ASCOLI Il centro storico che prova a rinascere dopo il sisma non sceglie la carta della demolizione totale dei palazzi per ricostruirli lasciando intatto solo lo scheletro. In pochi, infatti, hanno deciso di provare a cogliere l'opportunità lanciata dall'Arengo di ripartire da zero, su certi fabbricati del centro storico risalenti al secondo dopoguerra e, comunque, non vincolati. Un'opportunità che l'Amministrazione comunale aveva prospettato, attraverso uno specifico bando, proprio in questa fase che prelude agli interventi per la ricostruzione post terremoto. Sarebbero, alla fine, al massimo una decina, stando a riscontri ancora non ufficiali, le richieste pervenute a Palazzo Arengo, tra quelle per la demolizione per poi ricostruire e quelle per installare ascensori o modificare seminterrati per ospitare parcheggi, negozi o uffici. E questo nonostante una proroga fino a fine dicembre 2018, concessa dal Comune dopo una prima scadenza fissata per fine novembre. A questo punto, dunque, l'Arengo inoltrerà alla Soprintendenza le richieste pervenute per un parere anche alla luce di verifiche di eventuali vincoli i impedimenti, per poi procedere con l'iter e sbloccare gli interventi.
L'obiettivo
La giunta comunale, nell'approvare la predisposizione del bando, aveva quale obiettivo spingere ad una riqualificazione del centro storico approfittando anche delle necessità di intervenire dettata dal terremoto e le sue conseguenze. Per questo si è aperto un percorso a possibili interventi di demolizione e ricostruzione di edifici del secondo dopoguerra, con la mera conservazione della loro sagoma esterna. L'intenzione era quella di dare un'opportunità ai proprietari per fare in modo che edifici con materiali già sottoposti alle sollecitazioni di vari terremoti, realizzati anteriormente all'entrata in vigore di norme per le costruzioni in zona sismica, sul risparmio energetico, sull'impiantistica, sull'abbattimento delle barriere architettoniche, potessero essere sostituiti da nuove strutture edilizie che rispettassero in pieno tali norme, realizzate con materiali più performanti di quelli dell'organismo edilizio originario. Con il bando si è cercato, dunque, di preparare la strada per una vera e propria ricostruzione degli edifici più vecchi, pur mantenendo intatto lo scheletro, con un miglioramento dal punto di vista antisismico. In particolare, come detto, il riferimento era ad edifici del secondo dopoguerra, non vincolati. Un passaggio direttamente alla ricostruzione post terremoto per spingere i proprietari ad optare per interventi più radicali, anche dal punto di vista antisismico. Ma a raccogliere l'invito, in realtà, risulterebbero essere in pochi.
Altri interventi
Sempre per quel che riguarda il centro storico, con la stessa variante poi seguita dal bando, l'Arengo intendeva agevolare l'installazione di ascensori, anche esterni alla sagoma del fabbricato, previa individuazione degli edifici a ciò compatibili sempre dopo parere vincolante della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggio in merito all'ammissibilità dei singoli interventi. E sempre previo assenso della Soprintendenza, per i richiedenti erano state previste anche realizzazioni di nuovi soppalchi o di nuovi piani interrati, destinabili, in particolare a parcheggi, a usi commerciali, direzionali e artigianali di servizio se direttamente collegati con unità immobiliari ai piani terra di medesima destinazione.
Luca Marcolini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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