Strage in Puglia, l'errore in stazione o a bordo: la verità nelle scatole nere

Strage in Puglia, l'errore in stazione o a bordo: la verità nelle scatole nere
di Giuseppe Crimaldi
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Mercoledì 13 Luglio 2016, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 10:26

ANDRIA Due treni che viaggiano in direzione opposta ma sullo stesso binario. E un disastro annunciato. Per capire le ragioni che hanno causato la tragedia di Andria bisognerà innanzitutto porsi una domanda: com'è stato possibile che sia successo? Che due treni corressero, l'uno in direzione opposta all'altro, sulla stessa strada? Tutto il resto, per quanto importante, viene comunque dopo. A cominciare dall'accertamento di eventuali responsabilità che richiamano a un errore umano o tecnico. Di questo sono convinti i magistrati della Procura di Trani che coordinano l'inchiesta e che dovranno vagliare le responsabilità in sede penale.

I FASCICOLI APERTI
Sono tre le indagini in corso. La prima è quella giudiziaria, affidata agli uomini della Polizia Ferroviaria; la seconda è amministrativa, disposta dalla Ferrotramviaria Spa, l'azienda privata incaricata dalla Regione Puglia di realizzare e gestire la rete ferroviaria del Nord Barese; e una terza è stata avviata dal governo: il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio - ieri presente sul luogo della tragedia, ad Andria - ha anticipato l'arrivo di due ispettori.
Il procuratore aggiunto di Trani Francesco Giannella ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo. Già nelle prime ore di stamattina gli inquirenti (l'indagine è delegata al sostituto procuratore Simona Merra) faranno il punto della situazione e analizzeranno la prima informativa redatta dalla Polfer. I tempi dell'inchiesta non saranno brevi. Sarà necessario seguire un complesso iter e serviranno soprattutto verifiche tecniche prima di poter tirare le somme. Verranno ascoltati - quando le condizioni di salute ovviamente lo consentiranno - anche i feriti e i sopravvissuti. «Non ci sono indagati, almeno per ora. Siamo ancora in una fase conoscitiva dell'inchiesta ma non durerà molto anche perché occorrerà fare gli atti irripetibili», dice il procuratore aggiunto Giannella, parlando con i cronisti nei pressi del luogo dove è avvenuto l'incidente ferroviario. Il magistrato ha confermato che si indaga sulle ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. «Si lavora - aggiunge Giannella - sulla possibilità che un errore umano possa aver determinato l'incidente o su quello che può aver determinato l'errore umano, ad esempio semplicemente le istruzioni date al personale».
Ma tra i passaggi centrali delle indagini ve ne sono due molto importanti: l'analisi delle scatole nere dei convogli entrati in collisione e le conversazioni tra i macchinisti (una è stata trovata ieri sera). Una volta rimosse le motrici si procederà all'apertura delle black boxes. Il meccanismo è identico a quello che sovrintende il cervellone degli aerei. Dai dati contenuti nelle due scatole si potrà risalire alla velocità di viaggio dei treni, agli orari di movimento, al funzionamento (o eventuale malfunzionamento) del sistema degli impianti dei freni e a tutta una serie di altre circostanze tecniche che possono avere avuto un ruolo determinante dell'incidente. Anche dall'esame dei tabulati relativi alle conversazioni dei due macchinisti si dovrebbe inquadrare compiutamente lo scenario in cui è maturata la tragedia.
Tutto questo, naturalmente, verrà preso in esame e vagliato affidando perizie a specialisti del settore. L'inchiesta comunque non potrà non tener conto di quello che è considerato il grande buco nero della Bari Nord, che sembra racchiuso proprio in quel tratto di binario che corre solitario per alcuni chilometri tra le campagne di Andria. Visto che un treno viene da Bari e uno da Barletta e c'è un binario unico, se si viaggia secondo orario, un treno aspetta l'altro nella stazione di Andria oppure in quella di Corato. In genere tra Andria e Corato, la coincidenza slitta quando c'è un ritardo del treno proveniente da Bari. Ma in quel caso i convogli si regolano a vicenda. E dunque, che cosa può essere successo ieri poco dopo le 11? E se c'è stato errore umano, a chi va attribuito?

A CARICO DI IGNOTI
È assurdo dover pensare che - nel 2016 - i sistemi di sicurezza ferroviaria su una linea così trafficata vengano affidati a conversazioni tra macchinisti e singole stazioni. È assurdo che su questa linea non siano mai stati programmati sistemi computerizzati capaci di intervenire bloccando automaticamente la macchina, nel caso in cui c'è stato l'errore del conducente. Eppure questo è lo scenario nel quale è maturata una tragedia che - oggi - pare fosse stata già scritta e annunciata. Per questo l'iscrizione «a carico di ignoti», alla luce degli elementi e delle carte che la Polfer sta acquisendo in queste ore anche nelle singole stazioni interessate dal percorso della linea Barletta-Bari, potrebbe a breve individuare precise e specifiche responsabilità personali. L'inchiesta sul disastro ferroviario che ha strappato la vita a 26 persone promette sviluppi anche clamorosi.