Putin ucciso o rimosso? Chi è Alexander Bortnikov, l'ex spia KGB che l'élite vorrebbe al Cremlino

Putin ucciso o rimosso? Chi è Alexander Bortnikov, l'ex spia KGB che l'élite vorrebbe al Cremlino
Putin ucciso o rimosso? Chi è Alexander Bortnikov, l'ex spia KGB che l'élite vorrebbe al Cremlino
di Diodato Pirone
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Lunedì 21 Marzo 2022, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 12:23

Secondo un giornale britannico, il Dailystar, l'opposizione interna al regime russo avrebbe individuato un possibile successore di Putin nell'elite dello spionaggio russo. Si tratterebbe di Alexander Bortnikov, un ex agente del KGB accusato di aver contribuito alla morte di una spia sul suolo britannico. Nonostante i 70 anni appena compiuti Bortnikov è dipinto come una "colomba" in grado di riallacciare i rapporti con l'Occidente ed evitare la catastrofe economica della Russia. L'informazione arriva tramite il servizio di intelligence ucraino che afferma di aver portato alla luce un complotto escogitato nei livelli più alti della società russa per detronizzare Putin. Per rimuovere Vlad, secondo quanto riferito, i russi stanno valutando tutte le opzioni, incluso l'avvelenamento e la simulazione di un incidente. E se ci riusciranno, secondo i servizi ucraini il suo ex compagno Alexander Bortnikov sarebbe in pole position per sostituirlo.

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Il ruolo 

Si tratta di una informazione da prendere con le molle. Come in tutte le guerre, oltre a quella sul terreno si combattono battaglie anche sul fronte della propaganda e della psicologia. In questo il ruolo dei servizi segreti è fondamentale per fornire "munizioni" narrative agli organi di stampa "amici" con l'obiettivo di rassicurare le opinioni pubbliche della propria parte e confondere le idee a quelle più vicine alla parte nemica.

 

La tenace resistenza ucraina

Nell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia tutti abbiano notato l'efficacia del racconto di Kiev. Facilitato dal fatto che fra Golia (Russia) e Davide (Ucraina) è psicologicamente più facile fare il tifo per Davide e anche perché le apparizioni tv del presidente ucraino, Volodymyr Zelenski, hanno raccontato come meglio non si potrebbe la commovente e tenace resistenza delle truppe e della popolazione ucraina. Invece l'immagine del presidente russo, Vladimir Putin, almeno in un primo tempo è  apparsa fisicamente distante e persino altera, chiusa com'era in un palazzo di stanze sfavillanti  popolato di "comparse" tenute a una distanza siderale, compresi i suoi generali.

Di fronte al drammatico stallo delle operazioni sul terreno e al bilancio sempre più tragico delle vittime (compresi ufficiali e soldati russi), Putin ha poi effettuato una svolta decidendosi a parlare in uno stadio gremito da una folla calorosa e orgogliosa della "z", simbolo della guerra, anzi dell'operazione speciale, lanciata dalla Russia sul territorio ucraino.

La sera stessa del comizio putiniano Zelenski ha risposto con una dichiarazione tv filmata in una piazza vuota di Kiev. Messaggio simbolicamente opposto a quello di Putin: "Non ho bisogno di riempire uno stadio per far sapere che il mio popolo è con me".

Le indiscrezioni sulla sua salute

Da quel giorno sui giornali e sui siti ucraini e poi su quelli occidentali ed in particolare britannici e americani sono iniziate ad apparire massicce indiscrezioni, prima sulla salute di Putin, poi sulle sue "manie" come quella di guardare il video dell'arresto di Gheddafi, e poi su un possibile complotto per sostituirlo alla guida del Kremlino. Addirittura in una trasmissione televisione italiana è circolata la leggenda secondo la quale nella delegazione israeliana che nei giorni scorsi ha incontrato Putin ci fosse un luminare dell'analisi del linguaggio del corpo (ovviamente sotto le mentite spoglie di un diplomatico) la cui missione era di capire il livello di consapevolezza della realtà da parte del leader russo. 

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