Putin può essere processato? Dal cambio di regime all'arresto. «L'imputato dev'essere presente»

Il professore di diritto: per la condanna serve la presenza in aula dell'imputato e questo governo farà di tutto per non consegnarlo

Putin può essere arrestato e processato? Dal cambio di regime al caso "immunità" di al-Bashir. «L'imputato dev'essere presente»
Putin può essere arrestato e processato? Dal cambio di regime al caso "immunità" di al-Bashir. «L'imputato dev'essere presente»
di Marco Ventura
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Martedì 5 Aprile 2022, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 15:29

Stragi di civili, missili contro scuole e ospedali, stupri ed esecuzioni di massa. La Corte penale internazionale con sede all'Aja potrà perseguire i responsabili? E se riuscirà ad accertare il coinvolgimento di leader come lo stesso Putin, potrà processarli? «A meno che non commetta una grossa imprudenza, il capo supremo di un Paese come la Federazione russa potrebbe essere arrestato e finire davanti alla sbarra, se si arrivasse a quel punto, solo se si verificasse un cambio di regime». Più che scettico, è realista Marco Pedrazzi, ordinario di Diritto internazionale all'Università Statale di Milano. «E non è possibile celebrare un processo in contumacia alla corte internazionale: l'imputato dev'essere sempre presente».


Il Procuratore può spiccare un mandato di arresto?
«Sì, ma deve farsi autorizzare dalla Camera preliminare della Corte.

Qui entrano in considerazione anche fattori politici, non solo giuridici. Fin dai primi giorni sono state avviate indagini. La corte è stata invitata a procedere da 41 Stati, inclusa l'Italia. Russia e Ucraina non hanno firmato lo Statuto, ma Kiev ne ha accettato la giurisdizione dal novembre 2013. La corte ha ruolo complementare rispetto alla magistratura nazionale».

La Corte supplisce all'azione dei magistrati interni?
«Esatto, ma potrebbe realizzarsi un accordo non scritto per il quale i magistrati ucraini procedano contro funzionari di secondo o terzo livello e la Corte internazionale contro i pezzi grossi, perché dovrebbe occuparsi di questi ultimi».

La Russia non fa parte della Corte. Questo cosa comporta?
«Oltre a non cooperare, la Russia cercherà di sabotare come può l'attività della Corte. Non metterà a disposizione i documenti, non lascerà entrare nessuno nel proprio territorio, e non contribuirà ad arrestare nessun ricercato. A meno che non vi sia il cambio di regime».

Quali possibilità concrete ci sono di arrestare i criminali?
«I Paesi e i regimi non consegnano mai i loro ricercati, gli arresti avvengono di solito da parte di altri o sul territorio di altri Stati. La Corte, per esempio, non ha potuto agire finora nei confronti del personaggio più rilevante, l'ex presidente sudanese Omar al-Bashir, che non è stato consegnato nonostante il cambio di regime nel 2019».

Un capo di Stato come Putin potrebbe essere limitato nell'attività politica dai mandati di arresto?
«Gli sarebbe più difficile svolgerla, anche se quando un capo di Stato si reca all'estero beneficia di un'immunità che entra in competizione con l'obbligo di consegna alla Corte per gli Stati che sono parte dello Statuto, ed è proprio quella l'immunità che ha impedito l'arresto di Bashir quando era Presidente del Sudan».

Come si potranno formare le prove dei crimini in Ucraina?
«Ogni situazione andrà accertata. In un conflitto armato ci si trova spesso in balia della propaganda di una parte o dell'altra. Ma l'impressione è che molteplici crimini internazionali, di guerra e contro l'umanità, siano stati commessi. La squadra di investigatori sta raccogliendo gli elementi di prova, il Procuratore è andato in Ucraina, e nel processo saranno auditi i testimoni e valutati i documenti. Parliamo di omicidi, stermini, stupri, torture. Perché vi sia un crimine contro l'umanità, anche il singolo omicidio dev'essere stato commesso con la consapevolezza che si inseriva nel quadro di un attacco su vasta scala o sistematico contro una popolazione civile».

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