Donne di K2: italiane e pakistane insieme alla conquista della cima

A settant’anni dalla prima scalata, nel 1954, e dopo una serie di primati al maschile, per la prima volta saranno otto alpiniste a mettersi in marcia per conquistare la vetta: quattro italiane e quattro pakistane. Con loro la cardiologa Lorenza Pratali, ricercatrice del Cnr: test scientifici durante la salita senza bombole d’ossigeno

K2
K2
di Stefano Ardito
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Marzo 2024, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 12:36

Gli eroi del K2 ci sono ancora, ma hanno nomi diversi dal passato.

Settant'anni fa, nell'estate del 1954, quando una spedizione italiana ha toccato gli 8611 metri della seconda vetta della Terra, i protagonisti si chiamavano Lino e Achille, Pino e Walter, Ubaldo, Erich e Mario. Quest'anno, per celebrare l'anniversario, il Club Alpino Italiano ha messo in piedi un team che comprende Anna e Cristina, Federica, Lorenza e Silvia, e poi Amina, Nadeema, Samana e Samina. Gli uomini avranno solo un ruolo di supporto. Come molti italiani sanno, nel 1954 sono arrivati ​​sulla vetta del K2 Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. Nel 2004, ai 50 anni dall'impresa, il K2 è stato salito da due spedizioni italiane. Il 2014 è stato festeggiato con l'ascensione di un gruppo di alpinisti pakistani, con il supporto di guide italiane. In tutti i casi sono arrivati ​​in cima solo maschi. 

Da sinistra, Amina Bano, Federica Mingolla, Samina Baig, Samana Rahim, Anna Torretta, Cristina Piolini, Nadeema Sahar e Silvia Loreggian


LE ALPINISTE 

Quest’anno le protagoniste saranno quattro alpiniste pakistane, Amina Bano, Nadeema Sahar, Samana Rahim e Samina Baig, e quattro loro colleghe italiane, Anna Torretta, Cristina Piolini, Federica Mingolla e Silvia Loreggian. Completa l’elenco la dottoressa Lorenza Pratali, cardiologa, ricercatrice del CNR e presidente della Società Italiana di Medicina di Montagna. Partiranno per il ghiacciaio Baltoro e il K2 tre ragazze nate nella valle pakistana di Hunza e una originaria di Skardu, nel Baltistan. L’elenco delle italiane comprende tre piemontesi (ma una vive a Courmayeur, in Valle d’Aosta) e una veneta, mentre la dottoressa Pratali è toscana. Solo una componente della squadra, Samina Baig, ha già calcato la vetta del K2 nel 2022, con un gruppo di connazionali. E solo un’altra delle nove alpiniste, Cristina Piolini, ha salito un “ottomila”, lo Shisha Pangma, 8027, metri, in Tibet. Anna Torretta, nota per le arrampicate su ghiaccio, è stata la prima donna a entrare nella Società delle Guide di Courmayeur, storico feudo maschile ai piedi dei ghiacciai del Monte Bianco. È anche una scrittrice apprezzata e un’organizzatrice di eventi di montagna al femminile. Federica Mingolla è stata una campionessa di arrampicata sportiva, ma oggi si dedica con passione anche all’alta montagna.

Silvia Loreggian, guida alpina, vive ai piedi delle Dolomiti. Tra le alpiniste italiane, quella che ha più esperienza ad alta quota è Cristina Piolini, originaria dell’Ossola, al confine tra Piemonte e Lombardia. Tra le pakistane, Samina Baig ha all’attivo anche le Seven Summits, le cime più alte dei sette continenti. Un elenco che comprende l’Everest, l’Aconcagua, il Kilimanjaro e il gelido Mount Vinson, quasi 5000 metri, in Antartide. Per le altre tre, più giovani, quella sul K2 sarà la prima esperienza ad alta quota. Rispetto all’Everest, che è più alto (8848 contro 8611 metri), il K2 è più remoto, pericoloso e difficile. La prima donna a toccare gli 8611 metri della cima è stata la polacca Wanda Rutckiewicz nel 1986. Sulla montagna, negli anni, hanno perso la vita alpiniste famose come l’inglese Alison-Jane Hargreaves e la francese Liliane Barrard. «Il rapporto tra Pakistan e Italia è importante, e noi siamo un gruppo straordinario di ragazze», spiega Samina Baig. «Oltre che come climber sono nota come una donna testarda», sorride Federica Mingolla. Anna Torretta, alla domanda su cosa si aspetta da questa esperienza, risponde senza esitare «tanta fatica!». Le quattro alpiniste italiane e Samina Baig hanno scelto di salire senza bombole di ossigeno e respiratori, le altre tre pakistane lo useranno. 


LA SPEDIZIONE 

Sulla via di salita, che percorre le rocce dello Sperone Abruzzi e la neve della Spalla, e arriva in vetta superando il Collo di Bottiglia, un ripidissimo canalone di ghiaccio, le ragazze saranno aiutate da tre portatori d'alta quota pakistani. Le spedizioni impegnate sulla montagna (probabilmente una decina) si alterneranno per attrezzare l'itinerario con corde fisse, che consentono di salire facilmente e di scendere senza problemi anche in caso di stanchezza o maltempo. La spedizione “K2 -70”, organizzata dal Club Alpino Italiano e dal Comitato Ev-K2-CNR, e resa possibile da fondi stanziati dal Governo italiano, è stata presentata qualche giorno fa a Milano dal presidente del CAI Antonio Montani, da Agostino Da Polenza di Ev-K2-CNR, e da Daniela Santanchè, Ministra del Turismo. Accanto alla spedizione alpinistica, sono previste delle iniziative scientifiche, affidate a donne e uomini. «Il K2 è una montagna magnetica, che ti cattura sempre. E anche se è stata salita molte volte, è il meteo a decidere se si arriva in cima o meno», spiega Agostino Da Polenza, che nel 1983 ha raggiunto la cima dal versante cinese. «Vorrei un gemellaggio tra la spedizione e le Olimpiadi di Parigi. Preparare questa iniziativa è stato lungo e faticoso. Il Pakistan è un paese islamico, e per avere l'ok alla partecipazione di Amina Bano, 19 anni, sono dovuto andato a parlare con il padre. Alla fine ha risposto di sì, perché ha capito che questa esperienza può fare del bene a sua figlia, ea tutte le altre donne del Paese».

© RIPRODUZIONE RISERVATA