ANCONA Temperature estive e pioggia praticamente inesistente da due settimane consecutive, dopo un settembre di precipitazioni già largamente sotto la media. L’autunno anomalo del meteo continua a registrare valori da record (o quasi) anche nella nostra regione. Negli ultimi giorni la temperatura media giornaliera delle Marche ha oscillato tra i 23 e i 24 gradi, 6 o 7 in più rispetto alle medie del periodo, con picchi di 28°C raggiunti in quasi tutti i comuni capoluogo. E oggi il caldo non arretrerà, anzi, visto che l’ultimo bollettino del Centro Agrometeo dell’Amap annuncia temperature massimo di 30°C a Fermo e 29 a Macerata.
Caldo eccezionale
E proprio l’Agenzia regionale per l’Innovazione nel Settore Agroalimentare e della Pesca, nel suo monitoraggio dell’andamento del clima, evidenzia che non si tratta di una fiammata occasionale. «La prima decade di ottobre si chiude con un’anomalia della temperatura che per le Marche si stima tra i 5°C e 6°C oltre la norma. Si conferma quindi il caldo eccezionale che sta investendo la nostra regione».
L’ultimo report di ieri dell’Amap, aggiornato al 10 ottobre, segnalava una temperatura media regionale che per il mese di ottobre ha superato i 20°C (esattamente 20,1) rispetto a una media mensile di 14,5 nella serie storica 1991-2022.
Semina difficile
Intanto l’assenza di piogge nelle ultime settimane crea l’ennesima grana in agricoltura legata al meteo, perché «sta facendo ritardare - evidenzia Amap - i lavori di preparazione dei letti di semina per le colture autunno-vernine».
Gli esperti dell’agenzia regionale definiscono il 2023 un “annus horribilis” per il settore primario della nostra regione, con le colture più rappresentative fortemente penalizzate. «I forti attacchi di peronospora causati dalle persistenti precipitazioni del mese di maggio, la drastica riduzione delle rese dei cereali, imputabile prevalentemente alle temperature molto elevate del mese di giugno, gli attacchi della mosca dell’olivo causati dall’andamento meteo favorevole al fitofago, rischiano di compromettere la solidità economica di molte nostre aziende agricole».