Ricci, sindaco dem di Pesaro: «Pd marziano? Questione di unità. Ma alla destra manca un leader»

Ricci, sindaco dem di Pesaro: «Pd marziano? Questione di unità. Ma alla destra manca un leader»
Ricci, sindaco dem di Pesaro: «Pd marziano? Questione di unità. Ma alla destra manca un leader»
di Martina Marinangeli
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Venerdì 6 Ottobre 2023, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 07:06

Matteo Ricci, sindaco dem di Pesaro: in Regione tira aria di rimpasto in giunta e sarebbe il secondo in due anni. Una fibrillazione che ha messo in allarme tutto il territorio. Da esterno (ma non troppo), che lettura dà alla situazione?
«Questa forte fibrillazione per l’ulteriore rimpasto dimostra tutta la debolezza di questa giunta regionale, composta da assessori quasi sconosciuti. Io stesso, che sono sindaco, fatico a ricordare chi siano».

 
Al netto della notorietà dei suoi componenti, che idea si è fatto di questa giunta?
«Il punto è che manca il manico: il presidente Acquaroli non guida, ma al massimo coordina una giunta sempre più fragile.

In questa debolezza si inseriscono e prendono spazio i veti e gli appetiti per le poltrone dei partiti». 

Le fibrillazioni stanno creando crepe all’interno del centrodestra, fin qui abbastanza granitico. Ma al momento il Partito democratico non è sembrato in grado di cogliere questa occasione per recuperare terreno: perché secondo lei? Siete davvero dei marziani scollegati dal contesto? 
«Il gruppo consiliare regionale sta facendo un’ottima opposizione e c’è una nuova fase nella direzione del partito regionale».

E allora perché, spesso e volentieri, sembrate spariti dai radar e poco sul pezzo?
«Dobbiamo recuperare solo maggiore unità per essere più efficaci e incisivi. I congressi sono finiti da mesi: per essere un’alternativa credibile e pronta dobbiamo avere un Pd regionale coinvolgente e unito. Ed avere un dialogo costante con le altre opposizioni». 

Cosa dovrebbe fare il Pd, principale partito di opposizione, in un contesto di forte instabilità politica come questo? Soprattutto con l’orizzonte delle elezioni del 2025 che si fa sempre più vicino.
«Dobbiamo battere tutti i giorni - come si è iniziato a fare - sulla sanità e sullo sviluppo economico. La destra ha vinto promettendo di tutto sulla sanità e dopo tre anni di governo possiamo dire che la sanità marchigiana è nettamente peggiorata. E basta parlare con i cittadini per sentirselo dire».

Sa dove cominciare?
«Liste di attesa sempre più lunghe, mobilità passiva in ulteriore aumento, organizzazione sanitaria al nord delle marche nel caos, sanità territoriale al palo. E sullo sviluppo, avremo un autunno problematico, nelle Marche più che nel resto del Paese. Dobbiamo tornare ad essere interlocutore quotidiano del mondo del lavoro e dell’impresa». 

Non pare un caso, dunque, che una delle ragioni principali della richiesta di rimpasto da parte della Lega sia proprio l’andamento della sanità, delega che non pochi problemi ha creato anche al Pd nella precedente legislatura. Come vede l’ipotesi di un tecnico per quell’assessorato, come vorrebbe la Lega? Se fosse lei il governatore la prenderebbe in considerazione?
«Si può mettere un tecnico o un politico alla Sanità, ma la questione è un’altra».

Ovvero?
«Ripeto: a questa giunta manca il manico. E se non c’è il manico del presidente le cose non funzionano e non lo faranno mai».

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