Tutti in pista, si scia: perché ora la neve se non c’è si spara

Sulle montagne marchigiane si ricomincia a sciare
Sulle montagne marchigiane si ricomincia a sciare
di Martina Marinangeli
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Domenica 5 Gennaio 2020, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 14:05
ANCONA - La neve tarda a imbiancare i pendii degli Appennini, ma per gli irriducibili degli sci ci sono comprensori marchigiani che hanno pensato a un piano “B”. È il caso di Sarnano, che proprio ieri ha sperimentato per la prima volta l’uso dell’innevamento artificiale, metodo per prevenire le bizze del meteo già adottato da Bolognola. E sempre nel Maceratese, anche a Monte Prata si vorrebbe tentare un approccio del genere, ma qui la situazione è ben più complessa. Il comprensorio è rimasto chiuso da quel 2016 quando le scosse del sisma ne hanno compromesso l’agibilità e, a oggi, gli impianti sono ancora fermi. 

L’invaso
«Il fatto che la ss 136 sia chiusa e nella ss 156 ci siano i lavori in corso impedirebbe comunque di raggiungerlo - l’ironia amara del sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, che però non si dà per vinto -. Speravamo di poter riaprire già quest’anno, ma ormai puntiamo alla prossima stagione invernale e stiamo ragionando sulla creazione di un invaso con triplice funzione: per l’abbeveraggio degli animali, per le emergenze boschive e per l’innevamento artificiale per poter sfruttare a pieno gli impianti quando saranno riaperti. Ci sono alcuni problemi legati a vincoli europei, ma contiamo che possano essere superati». 

Le gare internazionali
Intanto, i cannoni imbiancano le piste di Bolognola - risorta dalle proprie ceneri e tornata a lavorare a pieno regime in tempi da record - e di Sassotetto e La Maddalena, a Sarnano, dove la neve artificiale permette da ieri di sciare sulla pista 7, lunga un chilometro e omologata anche per le gare internazionali, e sul campo scuola. Per chi ama lo sci di fondo, invece, Piani di Ragnolo a Fiastra, nella frazione di Acquacanina, è la meta giusta, ma bisognerà attendere decisamente qualche fiocco in più. A completare il quadro del Maceratese ci pensa Frontignano, dove però non si è ancora tornati a sciare. 

La scommessa
«Si sta lavorando sulla parte degli impianti che arriva ai 1.560 metri - fa sapere il commissario di Ussita Giuseppe Fraticelli, subentrato al dimissionario sindaco Marini Marini ad agosto - per gli altri ci sono problematiche più gravi per i quali servono studi approfonditi. La scommessa che speriamo di vincere è quella di riportare le persone a respirare l’aria buona della montagna già dalla stagione primavera-estate, per poi ripartire a pieno regime, almeno fino ai 1.560 metri, dal prossimo inverno». Nel Piceno, anche quest’anno, i 16 chilometri di piste di Forca Canapine, ai piedi del Monte Vettore tra Arquata e Norcia non saranno disponibili ai discesisti: la strada è riaperta, ma gli impianti non sono ancora tornati in funzione. 

La sospensiva
A Monte Piselli, invece, il problema è di natura legale e la riapertura resta appesa a un ricorso al Tar fatto da una delle imprese non aggiudicatarie della gara per la gestione del comprensorio. Il 15 gennaio si discuterà sulla sospensiva, ma comunque l’assenza di neve avrebbe in ogni caso compromesso l’andamento della stagione invernale in corso. Nel Pesarese, i tre comprensori che si diramano sui versanti nostrani dell’Appennino Umbro-Marchigiano vanno in ordine sparso per quanto riguarda l’introduzione di strumenti atti a limitare gli inconvenienti delle temperature sopra la media: sulle piste di Piobbico-Monte Nerone gli sciatori di ogni livello potranno tornare a cimentarsi con le discese con l’arrivo della neve, mentre nel comprensorio di Montecopiolo, gli impianti di Villagrande saranno aperti solo in presenza di neve naturale, quelli di Eremo Carpegna potranno ricorrere all’uso di quella artificiale. Chiude l’excursus marchigiano sugli sci, Monte Catria-Frontone, dove si resta in attesa di qualche fiocco dal cielo.
 
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