«Allons, les enfants». Così la Francia mette radici nelle Marche. Quindici anni di shopping da Lvmh fino ad Algan e Chanel che ha acquisito Paima

«Allons, les enfants». Così la Francia mette radici nelle Marche. Quindici anni di shopping da Lvmh fino ad Algan e Chanel che ha acquisito Paima
di Massimiliano Viti
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Settembre 2021, 19:27 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 10:50

ANCONA - Il tricolore francese sventola nelle Marche. E lo shopping transalpino prosegue. L’investimento che ha permesso alla griffe Chanel di controllare l’azienda di maglieria Paima di Osimo è solo l’ultimo di una serie di operazioni che le imprese d’Oltralpe hanno compiuto nelle Marche, in particolare nel settore moda. E altre ce ne saranno in futuro, a partire da quella che gli operatori di mercato valutano come possibile e cioè la scalata del gigante del lusso Lvmh al gruppo Tod’s

 
Le acquisizioni extra fashion
Ma se fashion e lusso sono gli argomenti preferiti delle operazioni francesi in terra marchigiana, non mancano le acquisizioni extramoda come Eko, attiva nella musica, e HP Composites, leader nella produzione di componenti in fibra di carbonio. È sicuramente la moda marchigiana ad attrarre i francesi, che dominano il lusso con i due conglomerati più importanti al mondo Lvmh e Kering, che nel 2019, l’anno prima della pandemia, hanno dichiarato ricavi per 53,7 miliardi di euro il primo e 15,9 miliardi il secondo. Una delle prime rilevanti acquisizioni francesi avvenne nel 2003 quando Gucci, marchio controllato da Kering, rilevò il 70% del calzaturificio Pigini di Recanati, che da 20 anni collaborava con la griffe come terzista.

 
Il polo produttivo
Nel 2017 anche la produzione di Crest di Montegranaro è confluita a Recanati, creando un importante polo produttivo calzaturiero. Ma il protagonista principale è Lvmh. A Porto Sant’Elpidio c’è Manifattura Loro Piana dove vengono prodotte le calzature per la griffe appartenente al portafoglio del gruppo fondato da Bernard Arnault.

Ancora più importante è il polo produttivo del marchio Fendi, anch’esso in orbita Lvmh, che impiega 120 persone a Porto San Giorgio ed è in espansione. Ma l’investimento più importante è quello avvenuto nello scorso aprile, quando Arnault, boss di Lvmh, ha deciso di sborsare 74 milioni di euro per poter controllare il 10% del capitale del gruppo Tod’s. Un’operazione che molti analisti hanno interpretato come il preludio di una cessione totale del gruppo marchigiano ai francesi. Un mese dopo l’operazione, Diego Della Valle, patron di Tod’s, dichiarò: «Se vendo, vendo a Lvmh», alimentando il valzer dei rumors di mercato. 


I fabbricati liberi
Oggi “Radio scarpa Marche” parla di investimenti compiuti dai francesi, o per loro conto, come l’acquisto di fabbricati industriali liberi siti nelle vicinanze della sede Tod’s di Casette d’Ete, probabilmente con l’obiettivo di ottimizzare la futura produzione. Staremo a vedere. Di “investimenti stranieri pronti per il Fermano” aveva parlato anche il deputato leghista di Montegranaro Mauro Lucentini. Staremo a vedere se arriveranno conferme ufficiali. Tutto ciò senza poi considerare il volume delle produzioni di calzature made in Marche destinate alle griffe francesi. Produzioni che sostengono un distretto marchigiano in grande crisi. Nel campo del fashion non si sono registrate solo acquisizioni. 


Già nel 2010
Nel 2010, L Catterton, fondo di private equity sostenuto da Lvmh, ha acquisito il 40% di Dondup, con sede a Fossombrone, per poi arrivare alla maggioranza nel 2015. Nel 2019 il fatturato del marchio è arrivato a 55 milioni di euro. Ma nel marzo scorso L Catterton ha deciso di vendere l’azienda a Made in Italy Fund, società formata da Quadrivio Group e Pambianco Strategie d’impresa. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA