Il prof Cucculelli a tutto campo: «C’è bisogno di buon senso. Attenti a dire no a priori e guai ad asfaltare le colline»

Il prof Cuculelli a tutto campo: «C’è bisogno di buon senso. Attenti a dire no a priori e guai ad asfaltare le colline»
Il prof Cuculelli a tutto campo: «C’è bisogno di buon senso. Attenti a dire no a priori e guai ad asfaltare le colline»
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 16 Aprile 2022, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 14:47

ANCONA - Il prof mette in equilibrio costi e benefici. Marco Cucculelli fa scorta d’ottimismo: «Sono certo che buon senso e razionalità prevarranno in coloro che siedono ai tavoli di definizione». Il docente di Economia applicata alla Politecnica ne precisa l’azione. «Determineranno quello che questa regione sarà nel prossimo decennio». 

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Sostenibilità ambientale e ragioni dell’economia. Qual è, secondo lei, l’ambito corretto nel quale inquadrare il dibattito sulla ferrovia? 
«È noto che la politica è l’arte di comporre punti di vista tecnici differenti: velleitario è pensare che uno possa prevalere sugli altri.

Le esigenze della crescita delle Marche e dell’auspicata riduzione degli svantaggi di localizzazione devono essere combinate con quelle della sostenibilità ambientale. Quest’ultimo è un driver importante della nostra economia e lo sarà ancora di più nei prossimi anni». 


Il governatore Acquaroli è stato netto: “Non darò mai il mio benestare a un progetto che farà passare sulla nostra linea ferroviaria un treno merci ogni otto minuti, senza una soluzione compatibile con il territorio”. Il sindaco di Pesaro lo è stato altrettanto: “Per noi l’arretramento è una priorità assoluta”. Lei come si pone?
«Vorrei andare oltre».


Cambi pure angolazione. 
«Diversamente da qualche anno fa, oggi appare concreta la possibilità di avere risorse finanziarie per avviare un miglioramento nei trasporti e nella logistica, compatibile con le esigenze dell’ambiente. Mi pare una opportunità da tenere in grande considerazione».


Il fuoco di fila è stato scatenato dalla decisione del ministero delle Infrastrutture di investire 5 miliardi nel potenziamento e nella velocizzazione della Bologna-Lecce. La logica da assecondare è quella delle reti transeuropee, con il Corridoio Adriatico che si prepara a diventare un riferimento nazionale per il trasporto merci su rotaia. Una miccia o un’occasione? 
«L’avvio del progetto dei corridoi Europei TEN -T risale ormai a molti anni fa. È una infrastruttura importante per l’intera economia nazionale. Originariamente si fermava a Ravenna, poi è stata estesa fino ad Ancona e successivamente alle regioni della dorsale adriatica, con soluzioni e proposte di realizzazione più leggere. Integra la linea delle autostrade del mare alle quali può fornire un utile completamento». 


Quindi, pollice all’insù? 
«Sì, perché questa soluzione consente di alleviare il traffico su gomma, principale fattore di impatto sull’ambiente lungo la direttrice adriatica». 


La nuova rotta, indicata dall’Unione europea, tuttavia scuote gli animi dei sindaci dei comuni che s’affacciano sulla costa percorsa dai binari. Il loro timore è che vengano stravolte economia e bellezza del territorio. Invocano l’arretramento, ma così si altera lo skyline della collina. 
«La realizzazione di progetti così grandi e pervasivi implica non solo la valutazione economico-finanziaria dell’iniziativa, ma anche l’impatto sociale che può generare. In questo ultimo ambito è certamente ricompreso l’effetto sulla fruibilità delle aree e sul valore prodotto ex post dal progetto d’investimento, incluse le bellezze paesaggistiche. Anche su questo fronte, le tecniche di analisi aiutano a definire lo scenario in cui si colloca e ciò che, complessivamente, crea o assorbe». 


Torniamo alla domanda d’esordio: la sintesi tra sostenibilità ambientale e ragioni dell’economia?
«Certamente le posizioni appaiono al momento molto distanti e ferme. È una grande responsabilità dire no a priori, come lo è asfaltare le nostre meravigliose colline. Ribadisco: buon senso e razionalità prevarranno in coloro che siedono ai tavoli di definizione di quello che questa regione sarà nel prossimo decennio».

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