Farina, acqua e rincari: il pane a peso d’oro. Quanto costa in media al chilo nelle Marche. Record di aumenti, ecco perché

Farina, acqua e rincari: il pane a peso d’oro. Quanto costa in media al chilo nelle Marche. Record di aumenti, ecco perché
di Teodora Stefanelli
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Domenica 7 Novembre 2021, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 15:31

ANCONA - Prezzi record per filoni, cresce, focacce e ciabatte. Uno dei prodotti più amati dagli italiani, il pane, ha visto un incremento del 20% dall’inizio dell’anno. Le quotazioni record del grano fanno salire i prezzi e anche le Marche, definite il terzo granaio d’Italia, ne subiscono le conseguenze. «Un chilo di grano tenero – scrive Coldiretti - in Italia è venduto a circa 32 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini ad un valore medio di 3,1 euro al chilo con un rincaro esagerato tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito». 

 
La situazione
Maria Letizia Gardoni, presidente Coldiretti Marche mette in fila le problematiche legate a questi aumenti: «Tra le filiere agroalimentari, quella cerealicola è da sempre la più vulnerabile in quanto dipendente dalle quotazioni di mercato.

Il grano in quanto commodity ha sempre subito la volatilità dei prezzi che da decenni continua a mettere in crisi un sistema produttivo cruciale per il nostro Paese. Le Marche non sono esenti da tale meccanismo. I grandi produttori cerealicoli mondiali essiccano forzatamente le spighe in campo per farlo arrivare nei nostri porti italiani in tempo di trebbiatura facendo immediatamente abbassare il prezzo che verrà riconosciuto agli agricoltori. Un prezzo che non copre neanche i costi di produzione agricoli». 


Le criticità
Oltre al danno la beffa poiché nella filiera di trasformazione e quindi dei panificati quello stesso prezzo viene aumentato di 10 volte per i consumatori finali. «Per invertire questo processo è fondamentale affermare accordi di filiera pluriennali che riconoscano il giusto prezzo in campo e garantiscano l’origine e la sicurezza alimentare ai cittadini che acquistano pasta e pane italiani». Gabriele Di Ferdinando, responsabile Cna Marche Commercio, ne fa una questione di valorizzazione dei prodotti: «Il nostro obiettivo è quello di fare filiera e valorizzare i prodotti unendo produttori agricoli, aziende, pastifici così da evitare le azioni speculative sulla materia prima. A livello nazionale, insieme a tutte le altre associazioni di categoria abbiamo chiesto un tavolo di confronto con il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli per evitare azioni speculative e per contribuire al rilancio della filiera». 


Il controllo delle associazioni
Ma l’aumento del prezzo del pane non è passato sottotraccia tra i consumatori, specialmente in questo periodo di crisi dovuto alla pandemia da Covid. Alessia Ciaffi, coordinatrice Adoc Marche, Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori: «Negli ultimi tempi ci sono stati aumenti di energia, è salito il costo del carburante e adesso ci mancava anche il pane. Quello che noi possiamo fare in caso di speculazioni è invitare i consumatori a contattarci. Mi sento di rincuorarli facendo riferimento alla nuova legge regionale sulla tutela dei consumatori, la numero 15 dell’8 luglio 2021 “Disposizioni in materia di tutela dei consumatori utenti”. Al suo interno è prevista la realizzazione di un Osservatorio dei Prezzi tra i cui membri saranno presenti due associazioni dei consumatori regolarmente iscritte al Crcu (Comitato regionale consumatori utenti)». 


L’attenzione
Preoccupazione per l’ennesimo aumento arriva anche da Francesco Varagona, presidente Adiconsum Marche. A tal punto che è stata istituita una linea diretta per segnalare aumenti anomali. «Gli effetti si vanno ad aggiungere ad altri aumenti e vanno ad appesantire il potere d’acquisto. Questo per noi è fonte di preoccupazione - ribadisce - e vogliamo monitorare il fenomeno per evitare speculazioni. Abbiamo istituito una mail che permette ai consumatori di segnalarci aumenti anomali e per verificare che non ci siano scorrettezze da parte di coloro che offrono prodotti e servizi, tanto più che il pane è un bene di prima necessità consumato da tutte le famiglie».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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