Anche un po' di Marche nel Palazzo di Evora: gli intonaci di sughero portano la firma di Diasen

Il Palazzo reale di Evora, in Portogallo
Il Palazzo reale di Evora, in Portogallo
di Marco Antonini
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Giovedì 22 Aprile 2021, 08:25

ANCONA -  Sassoferrato ed Evora, in Portogallo, più vicine grazie al made in Italy e all’ingegno di Diego Mingarelli, amministratore delegato di Diasen. Protagonista la materia prima: il sughero sostenibile e rinnovabile. Torna a risplendere il Palazzo reale di Evora: completato l’intervento di recupero realizzato con gli intonaci ecologici a elevata tecnologia firmati dall’azienda con sede nella città sentina nell’entroterra anconetano. L’operazione si è conclusa nei giorni scorsi.


Diasen, eccellenza nella chimica green per l’edilizia, con esperienza nel restauro conservativo dei beni architettonici, si è concentrata sugli interventi di risanamento, deumidificazione e isolamento termico di questo storico palazzo. Per conservare l’integrità storica dell’edificio e garantire una riqualificazione sostenibile di uno dei simboli del Rinascimento architettonico portoghese, infatti, sono stati utilizzati intonaci a base sughero innovativi ed ecologici, studiati e prodotti da Diasen nello stabilimento di Sassoferrato. Un altro intervento di successo per il gruppo famoso in tutto il mondo per la chimica green nell’edilizia. I prodotti sono realizzati con materie prime naturali come il sughero che ha una valenza importante: combinato con altri materiali naturale a elevata porosità, permette di sfruttare al meglio le capacità isolanti e traspiranti dell’aria inglobata. 

«Valorizzare e tutelare edifici prestigiosi del patrimonio storico-artistico - dichiara Diego Mingarelli, amministratore delegato di Diasen - è motivo di grande soddisfazione. In questo progetto siamo stati scelti per l’unicità delle nostre soluzioni che si basano su prodotti assolutamente congeniali al restauro, grazie alla loro capacità di combinare proprietà fondamentali per il recupero e il risanamento degli edifici storici. Non è un caso, da questo punto di vista, che la Fondazione Symbola abbia inserito Diasen nel suo rapporto sulle cento storie più significative di architettura conservativa». 

Il Palazzo reale di Evora fu inizialmente edificato come convento nel XIII secolo e trasformato in residenza reale nel XIV secolo. «Évora, il cui centro storico è Patrimonio dell’Umanità Unesco, si riappropria di una delle più belle testimonianze della sua storia» evidenzia Mingarelli che entra nel dettaglio e spiega cosa ha fatto Diasen in Portogallo, dove è già presente con una struttura commerciale. «L’intervento - sottolinea - ha consentito di risolvere alcuni problemi che affliggevano il Palazzo Reale: murature logorate dai secoli e ottimizzate grazie a un intonaco particolarmente performante su strutture esistenti, una grande umidità degli ambienti che necessitavano di interventi di risanamento e deumidificazione e un’esigenza fondamentale di isolamento termico in una città che, d’estate, raggiunge temperature molto elevate». 

Secondo l’Amministratore delegato, Diasen è «il risultato e il frutto di una scelta coraggiosa, quella di investire sulla sostenibilità dei nostri prodotti quando quasi nessuno, nell’edilizia, lo credeva possibile e pochi erano quelli disposti a essere i pionieri e i precursori della scelta green». È proprio dagli scarti della lavorazione dei tappi di sughero che Diasen realizza i suoi prodotti di rivestimento di pareti interne ed esterne agli edifici.

Il marchio nato a Sassoferrato nel 1995, così, si fa conoscere in Eurpoa e non solo fino a diventare oggi un player di primo piano nel settore dell’architettura conservativa. Ha realizzato, tra le altre cose, anche interventi in edifici storici come il Campidoglio a Roma, siti archeologici come Bru na Boinne in Irlanda, aree urbane tutelate come Habana Vieja a l’Avana.

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