Medici di famiglia, nelle Marche ne mancano 147: c'è chi percorre 20 km per una visita. Ecco dove

Medici di famiglia, nelle Marche ne mancano 147: c'è chi percorre 20 km per una visita. Ecco dove
Medici di famiglia, nelle Marche ne mancano 147: c'è chi percorre 20 km per una visita. Ecco dove
di Maria Teresa Bianciardi
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Giovedì 17 Novembre 2022, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 18:35

ANCONA - A settembre 2021 ne mancavano all’appello 98: un anno dopo nelle Marche la carenza di medici di medicina generale è salita a 147. E la situazione non è destinata a migliorare visti i pensionamenti che nel 2022 saranno in tutto 59, nel 2023 saliranno a 77 e nel 2024 toccheranno il numero record di 107. Un’emorragia continua su cui pesa il mancato bando annuale per i corsi di formazione da parte del ministero della Salute: il classico cane che si morde la coda e come al solito a pagarne le spese sono i cittadini.

Un’esempio? C’è chi da Filottrano deve percorrere quasi 20 chilometri per una visita dal medico di base perché nel paese in provincia di Ancona gli studi che ancora lavorano non riescono a sopperire alle richieste. Filottrano è uno dei casi-limite, all’appello mancano ben 5 medici di famiglia. 


I borghi isolati


A Treia, comune maceratese con meno di 10mila abitanti, ne mancano 3, a Porto Sant’Elpidio - oltre 25mila residenti - ne mancano 7, come a Civitanova, Pesaro e Ancona dove però la popolazione è nettamente superiore.
Ma ci sono borghi dell’entroterra dove la carenza di medici si trasforma in assenza di servizio, se pensiamo a Massa Fermana - meno di mille abitanti - dove mancano 2 medici, come Comunanza che ha meno di tremila residenti. Ogni medico di medicina generale infatti, può seguire circa 1.500 assistiti anche se l’anno scorso la Regione Marche ha aumentato il tetto fino a 1.800 nei territori più scoperti, mettendo anche a disposizione oltre 6,5 milioni per portare a 110 le borse di studio destinate ai medici di medicina generale e a 42 i contratti di formazione per medici specialisti.

Tuttavia la situazione non è destinata a migliorare: di questo passo entro il 2030 il 20% dei dottori marchigiani sarà pensionato. Un numero esagerato a cui occorre dare risposte immediate. Soprattutto perchè sono proprio i centri minori a pagare le conseguenze più gravi della mancanza di un servizio di prima assistenza, che poi si ripercuote su tutto il sistema sanitario. L’emergenza non è solo marchigiana ma riguarda tutte le regioni italiane.


L’appello al ministro


Con una lettera del presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga al ministro Schillaci, è stato chiesto di riprendere celermente il confronto su un documento inviato a Roma nel mese di giugno con proposte per interventi sia emergenziali che strutturali: missione non semplice, vanno trovate risposte a una professione che non è evidentemente più appetibile come un tempo lavorando sui carichi di lavoro, sugli aspetti incentivanti, sulla burocrazia che grava sui medici e sulla qualità della vita. Nel mese di marzo l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ha firmato un accordo con i medici di medicina generale in tema di misure straordinarie per garantire la continuità assistenziale: l’accordo prevede un incremento della quota oraria pari a 6,61 euro rispetto ai 23,39 del compenso base, arrivando a 30 euro l’ora in caso di copertura di una sede scoperta. Prevista anche la possibilità di coprire più sedi scoperte arrivando ad una remunerazione complessiva di 40 euro l’ora con un incremento di 16,61 euro sul compenso base. Un inizio, ma e anche lo stress e l’età media dei nostri medici ad influire - e non poco - sulla scelta di chiudere gli studi e lasciare la professione.

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