Salviamo il generale Francesco (Acquaroli), intorno a lui un asilo infantile: da solo ottiene fondi e incarichi

Salviamo il generale Francesco (Acquaroli), intorno a lui un asilo infantile: da solo ottiene fondi e incarichi
Salviamo il generale Francesco (Acquaroli), intorno a lui un asilo infantile: da solo ottiene fondi e incarichi
di Martina Marinangeli
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Giovedì 4 Maggio 2023, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 06:52

La solitudine dei numeri primi. O dei numeri uno. In questo caso, di Palazzo Raffaello. Il governatore Francesco Acquaroli ha ormai dovuto fare suo un ruolo che gli è congeniale per indole, ma che sta occupando buona parte del suo tempo: il diplomatico. Circondato da una maggioranza che esprime personalità quantomeno sopra le righe, in più di un’occasione è dovuto scendere in campo per riportare ordine in ciò che ricorda da vicino un asilo nido. L’ultimo grattacapo in ordine di tempo è lo scivolone di ieri sulle nomine di presidenti e vice delle commissioni consiliari. 


Il parallelo


A Roma, forte di un asse d’acciaio con Palazzo Chigi, ottiene fondi (i 400 milioni per l’alluvione del 15 settembre, per fare un esempio) e riesce a far nominare marchigiani in posti chiave: difficile pensare che Guido Castelli sarebbe commissario alla Ricostruzione o il rettore della Politecnica Gian Luca Gregori nel consiglio di Terna senza un suo assist. E ancora il deputato leghista Mirco Carloni alla presidenza della commissione Agricoltura, ministero guidato dal fratello d’Italia Francesco Lollobrigida, e la collega di partito Lucia Albano, nominata sottosegretaria al fondamentale ministero di Economia e Finanza.

Ma poi a casa si trova costretto a dribblare continuamente le mosse nefaste dei suoi compagni di squadra.

Come quella dell’assessore Stefano Aguzzi (FI), che nei giorni scorsi ha impallinato il collega di giunta Andrea Antonini (Lega) durante un’assemblea di Federcaccia a Fano, dicendo che «non conosce la caccia, non sa neanche com’è fatto uno storno». E prima ancora era stato il titolare della delega alla Sanità Filippo Saltamartini a farlo balzare sulla sedia, quando ad un convegno organizzato dall’Ordine degli Infermieri di Ancona lo scorso 22 aprile ha iniziato il suo discorso con la frase choc «In fondo, quale uomo non ha mai amato un’infermiera».

Ma di esempi, in questi 2 anni e mezzo di mandato, ce ne sono stati tanti: per citarne un altro, l’uscita del capogruppo FdI Carlo Ciccioli sulle vittime dell’alluvione («erano nel posto sbagliato al momento sbagliato») che gli è costata il ruolo di assessore. E in Consiglio regionale Acquaroli è dovuto spesso intervenire in prima persona per raffreddare gli animi dei suoi, protagonisti a più riprese di interventi poco consoni in quell’istituzione. Di fronte ad un contesto del genere, anche un santo perderebbe la pazienza. La misura è (quasi) colma.
 

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