Tra filiere e innovazione l’artigianato è in ripresa e spinge 43mila imprese: ecco i dati del primo semestre

Tra filiere e innovazione l’artigianato è in ripresa e spinge 43mila imprese: ecco i dati del primo semestre
Tra filiere e innovazione l’artigianato è in ripresa e spinge 43mila imprese: ecco i dati del primo semestre
di Massimiliano Viti
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Sabato 4 Dicembre 2021, 06:00

ANCONA -  Artigianato marchigiano in ripresa, ma la strada per recuperare i livelli pre pandemia è ancora lunga. La micro impresa fa più difficoltà di una più strutturata, mentre il rilancio della moda appare più in ritardo rispetto ad altri settori. L’artigiano ci crede, investe, e sfruttando le agevolazioni regionali, spera di tornare in buona salute prima possibile.

E poi la crisi vocazionale, che nei prossimi anni potrebbe non dare il ricambio generazionale al settore.

Nelle Marche si contano circa 43mila imprese artigiane. Appartiene all’artigianato un’impresa su 4. Delle artigiane, una su tre è edile, un altro terzo è manifatturiera. 


Al fianco dell’azienda che con i suoi prodotti raggiunge il consumatore finale, negli anni è cresciuto un artigianato di filiera, invisibile a più, ma indispensabile per le imprese più grandi con marchi più popolari. Una sinergia vincente che ha la capacità di non disperdere le competenze, spesso manuali e tramandate da generazioni. Quest’anno l’artigianato marchigiano ha vissuto un graduale miglioramento. Nel primo semestre però solo la metà delle imprese ha lavorato al pieno della propria capacità produttiva.

Lo afferma l’Ebam in una nota. Ma è stato anche un anno “disruptive” in cui si è ampliato il gap tra le imprese che vanno bene e quelle che stentano. Se il settore delle lavorazioni metalliche e dei prodotti in metallo sembra il più orientato all’ottimismo, gli operatori della moda e, tra i servizi, quelli della ristorazione, vedono grigio. Allo stesso tempo, ricalcando una tendenza macro, anche le imprese più strutturate (sempre restando nei canoni dell’artigianato) sembrano essere più attrezzate di quelle mini e micro per agganciare una ripresa che, in alcuni casi, non arriva nemmeno quando i mercati si aprono e le opportunità arrivano. L’innovazione dei processi di produzione, il rinnovamento dei macchinari, lo scatto in avanti sulla digitalizzazione, fino ad arrivare all’accesso al credito rappresentano ostacoli che l’artigiano deve affrontare, nonostante la carenza di risorse sia finanziarie e sia umane.

La Regione Marche sembra consapevole del valore dell’artigianato e lo interpreta anche come un driver per la crescita del turismo. L’artigiano è espressione della cultura e delle tradizioni locali e capace di attirare il turista emozionale o esperienziale che dir si voglia. Quel turista che visita il borgo per entrare nella bottega dello storico artigiano. Ecco che l’artigiano svolge il ruolo di “humus” per rivitalizzare i borghi marchigiani tramite l’insediamento delle botteghe scuola.


E in questo contesto va letto il cosiddetto bando regionale Reshoring per le piccole imprese che intendono espandersi attraverso l’acquisizione e il riutilizzo di capannoni dismessi. A fronte di una dotazione finanziaria di 2 milioni di euro, la Regione ha ricevuto 150 domande. Ne verranno finanziate 50 che dovrebbero generare almeno 100 nuovi posti di lavoro. L’artigianato non è in via di estinzione ma sicuramente è sotto pressione perché deve affrontare le sfide della post pandemia, i problemi infrastrutturali della Regione, il ricambio generazionale e altre questioni tra cui quella di aggregarsi o verticalmente (con aziende più grandi) o orizzontalmente per avere maggiori sbocchi commerciali.

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