Ecco il Piano sociosanitario per le Marche: ora non ci sono più scuse

Approvazione in Consiglio regionale slittata a oggi. È l’atto più importante dopo la riforma del 2022 Tutti i tasselli del settore sono al loro posto. Acquaroli: «Liste d’attesa? Risultati tangibili nel 2024»

Nella foto l'assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini e il governatore Francesco Acqauroli
Nella foto l'assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini e il governatore Francesco Acqauroli
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Agosto 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 15:02

ANCONA - Il documento che traccia le linee di indirizzo su cui dovrà muoversi, almeno per il prossimo triennio, la sanità post riforma approvata lo scorso agosto. Quella, per capirci, che ha azzerato Asur e Marche Nord e creato le 5 Ast provinciali. Parliamo del Piano socio sanitario 2023-2025 arrivato ieri nell’aula del Consiglio regionale per l’approvazione. E tanto è sentito il tema che un dibattito fiume di oltre 7 ore non è bastato per licenziarlo.


Il posticipo 


Si sono resi necessari i tempi supplementari e oggi l’assise si riunirà di nuovo per dare il disco verde definitivo.

A maggioranza, perché per l’opposizione il Piano è talmente irricevibile da non essere neanche degno di emendamenti. E infatti né Pd, né Movimento 5 Stelle ne hanno presentati. La maggioranza invece ci crede e ne parla come di un atto fondamentale che ridisegna l’intero approccio alla materia. In ogni caso, adesso tutti i tasselli sono al loro posto: la riorganizzazione è stata completata con tanto di nomina di tutti i nuovi direttori generali e, da oggi, le Marche hanno anche il Piano sociosanitario aggiornato. Non ci sono più scuse, insomma: la giunta Acquaroli ha a disposizione tutti gli strumenti di cui aveva parlato fin dall’insediamento nel 2020 e, da qui in avanti, qualunque stortura del sistema non sarà più imputabile ad altri. Ma in cosa consiste questo famigerato Piano? Tra gli obiettivi primari che si pone il documento, c’è un approccio più territoriale alla sanità, con lo sviluppo di ospedali di alta specializzazione e strutture minori diffuse su tutto il territorio, l’abbattimento delle liste di attesa, la drastica riduzione di mobilità passiva, l’integrazione tra servizi pubblici e privati. Nelle oltre 500 pagine di Piano, vengono poi enucleati i programmi strategici articolati in otto macro aree: si va dal potenziamento dei sistemi di prevenzione e sicurezza sul territorio, all’assistenza territoriale, con ampliamento dei servizi di prossimità domiciliare e delle cure intermedie. 


I capitoli


E ancora: la rimodulazione delle reti cliniche e il potenziamento delle aree disagiate. Come le strutture di Amandola, Cingoli e Pergola, in cui vengono rafforzate sia le attività di pronto soccorso che i servizi sanitari. «È la ricostruzione del sistema sanitario», tira le conclusioni il governatore Francesco Acquaroli alla fine del dibattito, rispedendo al mittente il fuoco di fila arrivato dai banchi dell’opposizione. E spiega la sua visione sul nuovo corso: «Le Aziende sanitarie territoriali che abbiamo creato con la riforma del 2022 hanno una nuova missione. Ognuna avrà un ruolo preciso all’interno della filiera e dovrà anche rispondere alle committenze che arrivano da Ars e Dipartimento Salute». A partire dal tema caldissimo delle liste d’attesa. «Il Piano sociosanitario andrà all’Ars e al Dipartimento che dovranno ristudiare gli atti aziendali e le committenze. Per le liste d’attesa, potranno farlo parzialmente per il 2023, ma è soprattutto nel 2024 che gli effetti inizieranno ad essere tangibili». 


Il nodo del Pnrr


Sulla rimodulazione nazionale del Pnrr, che potrebbe definanziare il 30% delle Case e degli Ospedali di comunità da realizzare, il governatore difende l’operato di Palazzo Chigi: «I progetti sono di inizio 2021, quando i costi dell’edilizia erano completamente diversi. Abbiamo più volte denunciato ai Governi che le risorse non sarebbero bastate a realizzare gli interventi programmati. Oggi Meloni e Fitto hanno fatto semplicemente chiarezza, dicendo che andavano definanziate alcune di queste strutture per completare le altre». E per quelle che non trovano più spazio nel Pnrr perché, per esempio, indietro con la tabella di marcia, «verranno utilizzate altre fonti di finanziamento per garantire il completamento del 100% delle strutture». Il banco di prova della sanità è pronto: ora si tratta di vedere se gli strumenti messi in campo dalla giunta Acquaroli saranno all’altezza della sfida.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA