ANCONA - Il modello Marche dello screening di massa applicato anche al piano vaccinale anti-Covid. Per ora è un’ipotesi e potrebbero essere necessari degli aggiustamenti sulla tipologia di personale sanitario dedicato, ma l’organizzazione della macchina per la mappatura del contagio in partenza dal 18 dicembre sarà propedeutica alla titanica campagna di vaccinazioni che inizierà nel 2021.
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«Siamo un laboratorio anche per il ministero della Salute – conferma l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini –: grazie alla predisposizione dello screening, saremo anche in grado di capire quanto personale serve per il piano vaccinale, diventando un esempio a livello nazionale». Il commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri ha intanto previsto un esercito di nuovi assunti che andranno ad affiancare il personale del servizio sanitario nazionale già in forze: si tratta di circa 16mila nuove reclute, di cui 3mila medici. Potranno candidarsi attraverso specifici bandi laureati in Medicina, specializzandi, pensionati, infermieri, assistenti sanitari e personale amministrativo. Non è ancora stata definita la quota parte che spetterà alle Marche, ma «il commissario ha intanto chiesto a tutte le Regioni un report per sapere quanto personale sanitario abbiamo assunto dall’inizio della pandemia, sulla base dei vari provvedimenti». Su questo dato, verranno poi tarate le reali necessità dei territori. Le equipe che si occuperanno della somministrazione del vaccino saranno composte da un medico e quattro infermieri (un medico ed un infermiere per le iniezioni a domicilio). Nel piano previsto a livello nazionale, si lavorerà su turni, sette giorni su sette, calcolando circa sei iniezioni all’ora.
Il personale amministrativo seguirà l’accettazione, la gestione degli approvvigionamenti ed il coordinamento delle operazioni, mentre i militari si occuperanno dell’allestimento dei punti di somministrazione. «Il modello che ha in mente la struttura commissariale – solleva qualche dubbio l’assessore – prevede prestazioni da fare nei locali dei distretti sanitari, ma è impensabile portare avanti una campagna vaccinale di questa portata in quegli uffici.