Covid, le ultime ondate fanno meno paura: al sicuro le terapie intensive delle Marche

Covid, le ultime ondate fanno meno paura: al sicuro le terapie intensive delle Marche
Covid, le ultime ondate fanno meno paura: al sicuro le terapie intensive delle Marche
di Lorenzo Sconocchini
3 Minuti di Lettura
Giovedì 27 Ottobre 2022, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:08

ANCONA-  Addio alle ondate dei contagi che intasavano i reparti ospedalieri, occupando anche due posti letto su tre con pazienti Covid. Da quando la variante Delta ha ceduto il passo a Omicron e alle sue sottovarianti (e soprattutto da quando la campagna di vaccinazione di massa ha dispiegato i suoi effetti protettivi dalla malattia severa) nei reparti ospedalieri marchigiani la saturazione per effetto dell’epidemia non ha mai superato il 5% in terapia intensiva e il 26% in area medica, con quote decrescenti per quest’ultimo parametro.

Una pressione sul sistema sanitario neanche paragonabile a quella prodotta nei tempi più cupi dell’infuriare della variante Alfa, come a fine marzo dell’anno scorso, quanto i malati di Covid ricoverati erano 157 in terapia intensiva e 812 in aera medica, occupando rispettivamente il 60 e 66% della disponibilità ospedaliera totale delle Marche.
Niente mascherine
Adesso che si va sgonfiando l’ultima ondata, iniziata dopo metà settembre con la riprese delle scuole e l’abbandono di ogni precauzione (niente mascherine) l’incidenza dei contagi è scesa a 400 e la curva dei ricoveri ha raggiunto una fase piatta, senza mettere mai sotto pressione le strutture ospedaliere. Il picco di pazienti Covid in terapia intensiva, in questa ondata, era stato raggiunto il 16 ottobre con 7 ricoverati(il 3% di saturazione) e ieri siamo tornati a quel valore, mentre in area medica il numero dei pazienti ha ripreso a scendere, passando ieri da 160 (occupazione del 16,3%) a 153. 
C’è ondata e ondata, insomma. Molto è dipeso da quale variante di Sars-Cov-2 stava rialzando le curve. E soprattutto c’è un prima e dopo riconoscibilissimo, nei 32 mesi di convivenza con il Covid-19, e riguarda i vaccini. L’ultimo picco di diffusione virale raggiunto prima che la campagna di immunizzazione di massa avesse coinvolto tutte le fasce d’età, quello del marzo 2021, al traino della variante Alfa arrivata dall’Inghilterra, aveva fatto registrare nelle Marche e in tutta Italia, un elevato tasso di ospedalizzazione. L’incidenza settimanale di contagi era arrivata a 353 nuovi casi ogni 100mila marchigiani, circa 5mila positivi a settimana, e i ricoveri per Covid avevano raggiunto quasi quota mille, 157 dei quali in terapia intensiva. 
Le varianti
Nel gennaio scorso, quando alla variante Delta aveva già cominciato ad avvicendarsi Omicron, il picco dell’incidenza settimanale arrivò al record di 2.695, con oltre 122mila nuovi contagi in un mese.

Eppure, grazie ai vaccini, le curve dei ricoveri si sono mantenute più basse, con un picco di 62 pazienti in terapia intensiva e 347 in area medica: valori più che dimezzati rispetto alla precedente ondata, nonostante una circolazione virale 7 volte più intensa. E nell’ultima ondata, a metà ottobre, siamo arrivati a un picco settimanale di 8.700 casi a settimana, molti di più di quanti ne venissero diagnosticati ai tempi di alfa, eppure non siamo andati oltre il 3% di occupazione dei posti di terapia intensiva. Merito dei vaccini, anche se ora i marchigiani sembrano averlo dimenticato: solo il 13% si è fatto la quarta dose.

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