ANCONA - A fase 1 ancora in corso, ci si appresta a definire le direttrici del secondo step della campagna vaccinale anti Covid, quello che riguarderà, in particolare, i lavoratori dei servizi essenziali, persone con comorbidità ad alto rischio, disabili e caregiver, over 80 non ospiti di Rsa o residenze protette (già compresi nella prima fase) ma anche, in coda, mondo della scuola e persone tra i 60 ed i 79 anni.
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Il piano di attivazione della fase 2 va in approvazione in giunta oggi pomeriggio e la partenza sarebbe prevista tra fine gennaio ed inizi febbraio «se e quando ci mandano le dosi di vaccino», puntualizza però l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.
Preoccupano infatti i rallentamenti nella distribuzione da parte di Pfizer – la fornitura 10.530 dosi alle Marche prevista per oggi, slitta a domani – e c’è grande attesa per l’approvazione da parte dell’Ema del farmaco prodotto da AstraZeneca, che permetterebbe di accelerare la tabella di marcia.
«Parte di questi pazienti potrebbe essere opportunamente intercettata in caso di ricovero presso l’Inrca o presso gli altri presidi ospedalieri», dettaglia la bozza di delibera. I disabili, invece, verranno vaccinati direttamente nelle strutture se sono residenziali (si stimano circa 3359 ospiti di queste residenze nelle Marche) e negli ospedali se non lo sono. A queste categorie, si aggiungono le persone considerate “fragili”, e quindi meritevoli di rientrare nella seconda fase vaccinale, poiché sono affette da patologie che aumentano il rischio di complicanze. Sono stimati, per un’età inferiore a 60 anni, in circa 57.800 soggetti. Le fragilità comprendono malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, quelle dell’apparato cardio-circolatorio, diabete mellito e altre malattie metaboliche, insufficienza renale o surrenale cronica, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, tumori negli ultimi 5 anni e in corso di trattamento chemioterapico, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da Hiv, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali.
L’individuazione di questa porzione di popolazione dovrebbe essere definita da un apposito algoritmo elaborato dall’Agenzia sanitaria regionale per definire gli aventi diritto. La vaccinazione di questi soggetti dovrebbe avvenire negli ospedali, dal momento che li frequentano regolarmente per visite e assistenza, garantendo il vaccino nell’ambito della continuità delle cure. Ci sono poi i lavoratori dei servizi essenziali – forze dell’ordine, vigili del fuoco, protezione civile, Servizio sanità e Ars, 112, addetti ai trasporti pubblici e prodotti prima necessità, donatori di sangue, addetti si servizi postali, addetti ai servizi pubblica utilità (rifiuti, acqua, ecc.) -: per loro, se necessario, la vaccinazione potrà avvenire anche nelle sedi già attivate per lo screening di massa, sul modello sperimentato dei Centri Vaccinali di Massa.
Chiudono l’elenco il personale scolastico regionale dalla scuola materna alla secondaria di secondo grado e comprensivo dell’Università – porzione di popolazione che si aggira su 33.105 operatori, comprensivi del personale Ata – e le persone tra i 60 ed i 79 anni non ricomprese in nessuna delle precedenti categorie. Platea, quest’ultima, composta da circa 350mila soggetti.