Doriano Marchetti (ex presidente Moncaro): «Mi ha fatto fuori la socia abruzzese. La strategia è distruggere il lavoro fatto»

Doriano Marchetti (ex presidente Moncaro): «Mi ha fatto fuori la socia abruzzese. La strategia è distruggere il lavoro fatto»
Doriano Marchetti (ex presidente Moncaro): «Mi ha fatto fuori la socia abruzzese. La strategia è distruggere il lavoro fatto»
di Veronique Angeletti
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Sabato 9 Marzo 2024, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 10:29

Doriano Marchetti, la riconferma il 13 gennaio come presidente di Moncaro. Poi, il primo marzo, la sfiducia del Cda. Motivi del ribaltone?

«Ufficialmente, il fatto che da fine 2022 al 2023, a seguito del forte aumento dei costi delle materie prime, abbiamo avuto un drenaggio di liquidità importante che, unito all'aumento dei tassi di interesse, ha messo in tensione la cooperativa».

Quelli veri?

«Ho la coscienza molto tranquilla.

In tutti questi anni ho lavorato esclusivamente per la Moncaro tessendo rapporti con tutti e facendola diventare un player nazionale ed internazionale. Non riesco a vedere la nuova strategia, se non quella di distruggere il lavoro fatto in tutti questi anni a solo vantaggio dei soci, al di là di quello che se ne dice. Forse ci sono degli appetiti?».

Chi ha votato la sfiducia, i soci di capitale?

«Nel Cda, sono 3 su 13 i consiglieri espressione dei soci di capitale per cui la decisione è stata dei consiglieri espressione dei soci cooperatori. Hanno creduto a delle favole e si sono fatti incantare sul fatto che gestivo da solo».

Quanto ha pesato nella sfiducia la nuova socia abruzzese?

«In maniera determinante».

Perché la nuova socia non ha ancora fornito l’attestato di verifica del valore della cantina abruzzese comprata a 8,75 milioni di euro l’anno scorso?

«Forse non era nelle condizioni di farlo».

Chi ha chiamato i Carabinieri e perché?

«La socia abruzzese, Federica Morricone».

Ci sono voci che dicono che c’è un problema di bilancio?

«I dati di bilancio sono pubblici e alla luce del sole. Ci sono debiti ma bisogna guardare anche l'attivo del bilancio. La sostenibilità del debito dipende anche dal fatturato che si realizza e questo aveva un andamento molto buono. Inoltre, ci sono 15 milioni di valore dei beni immobili che non sono in bilancio perché valutati a costo storico».

Perché vi siete così tanto indebitati?

«Abbiamo investito nelle cantine e nei vigneti. Poi, l’aumento dei costi ha drenato molta liquidità. Infine, i problemi della vendemmia 2023. Comunque, un segno di buona salute: nel 2023 abbiamo fatto 4,3 milioni di ebitda» (il risultato della gestione operativa al netto di interessi, imposte, deprezzamento di beni e ammortamenti, ndr).

Qual è il rapporto con la Cooperativa Agricoltura moderna di Castelplanio?

«Strategico per il potenziale produttivo della Moncaro e dare un servizio ai soci che non riescono più a gestire i vigneti».

Venti anni fa, gli avete fatto un prestito di oltre 250 mila euro, oggi ne deve ancora 40mila. Sono tra i fornitori non pagati?

«Non è assolutamente vero. Nella cooperativa abbiamo investito molto ed abbiamo fatto anticipazioni e pagato tutta l’uva conferita».

Come definisce la visione con cui hai guidato per 20 anni Moncaro e quella del nuovo Cda?

«Orientata essenzialmente al mercato ed aver creato una azienda di rilievo nazionale ed internazionale. Il Cda attuale è lo stesso di prima. Andrebbe indagato su quale sarà la strategia del consigliere Federica Morricone, che secondo me è una sorta di presidente ombra. Comunque, sono sicuro che sarà del tutto diversa e avrà conseguenze sulle DOC e sui vigneti».

Rimarrà consigliere?

«Per il momento si».

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