Di Eusanio, primario di Cardiochirurgia a Torrette: 1.300 operazioni nel 2023. «Attività mai ridotta ma la risposta non è sufficiente»

Di Eusanio, primario di Cardiochirurgia a Torrette
Di Eusanio, primario di Cardiochirurgia a Torrette
di Martina Marinangeli
3 Minuti di Lettura
Sabato 14 Ottobre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 07:43
«Una situazione paradossale». Così definisce l’allungamento dei tempi di attesa negli interventi chirurgici il dottor Marco Di Eusanio, direttore della Sod di Cardiochirurgia all’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche. Reparto che rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’ospedale regionale: «Chiuderemo l’anno con 1300 interventi cardiochirurgici - aggiorna il quadro il primario - cifra che ci pone tra le prime tre regioni d’Italia. Ma nonostante ciò, i tempi di attesa si allungano». 


Il confronto


Di solito, la media si aggira intorno alle 600 unità: di qui, il paradosso. Tra le ragioni della stortura, secondo il dottor Di Eusanio, ci sono «la tragedia Covid», che ha bloccato le attività operatorie per oltre due anni, facendo slittare tutto in avanti, e la qualità delle cure fornite dall’ospedale: «Siamo come un buon ristorante, mai vuoto e con la lista di attesa lunga. Tanti pazienti, anche da fuori regione, vogliono curarsi da noi e questo, inevitabilmente allunga i tempi di attesa. Non abbiamo mai ridotto l’attività - e questo nonostante la carenza di infermieri, che sta diventando un problema ovunque, non solo in Italia - ma purtroppo non riusciamo a dare risposte nei tempi che vorrei, ovvero com’era prima del Covid». L’Azienda ospedaliera di Torrette vanta specialità riconosciute in tutto il mondo, «tanto che ogni settimana abbiamo chirurghi che vengono da Canada, Francia, Giappone (solo per dirne alcune) per vedere le nostre tecniche», sottolinea il primario di Cardiochirurgia. 


Il cuore del sistema


E ciò rende Torrette punto di riferimento non solo per tutta la regione, ma anche oltre confine.

Per continuare a garantire la qualità delle cure, ma nei tempi dettati dal Piano di gestione delle liste di attesa nazionale, «stiamo potenziando le attività, sia quelle ambulatoriali, sia quelle chirurgiche nelle aree cardiovascolare, oncologica e ortopedica in particolare», fa sapere Claudio Marini, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera regionale: «Il blocco è principalmente legato alla pandemia, che ha reso più difficile l’accesso alle strutture ospedaliere. Questa è la causa prioritaria e per questo stiamo lavorando per recuperare le prestazioni non erogate e tornare ai livelli di attività precedenti alla pandemia». 


La ricetta


Come? «Aumentando la produzione grazie anche all’opportunità data dal Piano di recupero della Regione, che mette a disposizione risorse per prestazioni aggiuntive al di fuori dell’orario di servizio». Scende nel dettaglio Martini: «Abbiamo fatto una programmazione da qui alla fine dell’anno, giorno per giorno, di sedute aggiuntive per ridurre i tempi di attesa soprattutto per le classi di priorità più gravi, quindi la A e la B. Sedute aggiuntive che garantiamo con il nostro personale, con cui c’è un accordo - con passaggio sindacale - per l’attività aggiuntiva fuori dall’orario di servizio». Un piano a 360°. Basterà?
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA