La lezione di Camilla (92 anni): «La terza dose bisogna farla, agli indecisi dico: vaccinatevi». Primo giorno di booster nell’hub tra gli over 80

Camilla Nanni, 92 anni, fa la terza dose di vaccino anti-Covid
Camilla Nanni, 92 anni, fa la terza dose di vaccino anti-Covid
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 6 Ottobre 2021, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 15:09

ANCONA - «Il vaccino è una cosa buona: fatelo senza tanti discorsi». La saggezza che viene dall’esperienza. Ieri è stata la giornata del ritorno degli over 80 negli hub vaccinali, pronti a ricevere la terza dose per proteggersi dal Covid. Le prenotazioni – che si sono aperte lunedì 4 – per ora non hanno fatto registrare lo stesso boom dello scorso febbraio, ma chi si è recato nei palazzetti lo ha fatto con la convinzione che la profilassi «sia importante per la salute e per tornare alla normalità». 

 
La scelta
Un coro unanime, insomma, quello che si è levato dagli ultraottantenni ieri nel centro vaccinale al Paolinelli di Ancona, fiduciosi che le risposte date dalla scienza siano quelle giuste per uscire dalla pandemia. Per il primo giorno di somministrazione delle terze dosi, non sono stati molti gli over 80 a rispondere all’appello - in generale, le lunghe file fuori dagli hub per ricevere il vaccino sono ormai un lontano ricordo –, in linea con i numeri contenuti delle prenotazioni, ma il trend potrebbe invertirsi nei prossimi giorni. C’è però chi non se lo è fatto ripetere due volte, come Clementina Pasquini ed Enzo Schiavoni, moglie e marito rispettivamente 86 ed 89 anni, accompagnati dalla figlia: «Siamo anziani e la terza dose si deve fare, senza tanti discorsi - va dritta al punto Clementina -. Abbiamo una certa età: se non ci fa bene, non ci fa neanche male. E se facesse male, non l’avrebbe fatto nessuno». A chi, tra i suoi coetanei, non si è ancora vaccinato, «dico che ha fatto male: in questi giorni si sente parlare di tanti casi di Covid». Le fa eco suo marito Enzo: «il vaccino è una cosa buona, fatelo». Una linea di pensiero condivisa da Luigi Lavarini, che non mostra il minimo dubbio: «mi fido della scienza. Ho 80 anni passati e sono qui per la terza dose. La faccio perché voglio stare tranquillo. E per come stanno le cose, bisogna vaccinarci tutti». Se per la fascia degli ultraottantenni, essere immunizzati è fondamentale perché sono tra i soggetti che più rischiano di sviluppare le forme gravi della malattia da Covid, la scelta di vaccinarsi non è legata solo alla salute personale.


La decisione
«Lo faccio per me e per gli altri – allarga il ragionamento Camilla Nanni, che il prossimo 15 ottobre compirà 92 anni e ieri è arrivata all’hub dorico accompagnata da suo figlio –: non è solo la terza dose ad essere importante, ma il vaccino in generale, ed agli indecisi dico di vaccinarsi il più presto possibile». «È meglio fare la terza dose perché è una forma di prevenzione per la salute nostra e degli altri – sottolinea Armando Persichini, di 81 anni, mentre compila la documentazione necessaria per ricevere il farmaco –.

Ci credo nella vaccinazione ed è importante anche per tornare alla normalità: ormai senza green pass praticamente non si può andare da nessuna parte». Giusto il tempo di espletare la parte burocratica del percorso – in alcuni casi aiutati dai figli –, poi dritti alle postazioni mediche dove, dopo il controllo della documentazione e l’anamnesi, hanno ricevuto la tanto attesa terza dose, rigorosamente Pfizer o Moderna, a prescindere da quale sia stato il farmaco ricevuto in precedenza (Astrazeneca e Johnson&Johnson non verranno utilizzati per questo richiamo, che può essere inoculato a non meno di sei mesi di distanza dalla seconda dose).


I numeri
La platea totale di over 80 da immunizzare con la dose booster è di circa 112mila persone, al netto dei soggetti vulnerabili ricadenti in questo target, che seguono un percorso diverso. Per coloro che sono stati sottoposti a trapianto di organo solido o che hanno una marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici, infatti, si è partiti con le prenotazioni il 21 settembre, mentre i soggetti seguiti dagli specialisti nelle strutture ospedaliere regionali, hanno iniziato qualche giorno prima, direttamente chiamati da parte dai noscomi per effettuare la somministrazione.

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