ANCONA - Mentre continuano a calare i casi positivi al Covid e anche a livello ospedaliero si registra una flessione costante (ieri 4 pazienti in meno), la sanità marchigiana inizia a fare i conti su quello che sarà la post pandemia dopo due anni sotto scacco del virus. E non sarà un rientro alla normalità semplice visto che occorrerà rimettere in sesto le agende delle liste di attesa e allo stesso tempo agganciare il treno del Pnrr che per la sanità marchigiana significa qualcosa come 182 milioni di euro.
Domani l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ufficializzerà le misure relative alle Marche per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che saranno analizzate dalla giunta regionale assieme ai progetti che riguardano l’edilizia sanitaria: ma tra le emergenze da affrontare c’è anche tutta la questione della carenza di medici che in questi anni di pandemia si è evidenziata con maggiore forza.
Un’emergenza nell’emergenza. Come quello che accade nei Pronto soccorso «dove i medici continuano a lavorare spesso senza pause e vengono supportati da colleghi di altri reparti per sopperire alla carenza. Ci siamo sostenuti a vicenda, ma non possiamo più pretendere l’impossibile da una classe medica che si è dimostrata tutta egregia nella pandemia». Per il dottor Borromei esiste una sola strada: rivedere gli organici, stabilire meglio le funzioni, organizzare nuove turnazioni. Ma anche più borse di studio, più attenzione all’habitat lavorativo e meno burocratizzazione della professione, «per restituire finalmente al medico quel tempo clinico che sta alla base del rapporto con i pazienti. Senza partire dal particolare non si può pensare di risolvere il generale, per questo auspichiamo che dopo la terribile parentesi della pandemia si abbia la volontà vera di inserire i medici nel confronto, fattivamente e non solo a parole».