Il consiglio regionale dà il via libera
alla riduzione degli stipendi

Il consiglio regionale dà il via libera alla riduzione degli stipendi
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Martedì 2 Dicembre 2014, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 14:20
ANCONA - Via libera alla riduzione degli stipendi anche se non è mancata qualche contestazione. Il Consiglio regionale delle Marche ha approvato a maggioranza (due i voti contrari, più varie astensioni) il testo unificato che va a modificare alcune leggi vigenti sul trattamento economico dei consiglieri, la riorganizzazione della struttura amministrativa e sul personale regionale.



L'obiettivo è il contenimento complessivo dei costi sulla pubblica amministrazione, ha spiegato il relatore di maggioranza Paolo Perazzoli (Pd), all'insegna del rigore e dei sacrifici, ma anche adottata "in una fase piena di demagogia".



Lo stesso Perazzoli non ha nascosto che i risparmi (da lui quantificati in "mille euro al mese per ogni consigliere") copriranno le spese "nel caso che il presidente decida di nominare una giunta di sei assessori esterni".



Il relatore di minoranza Francesco Massi (Ncd) ha parlato di "«una giusta risposta a chi fuori da quest'aula chiede attenzione, rigore e sacrifici. Credo che questa sia la giornata dell'orgoglio di questa assemblea, si sancisce e si sottolinea il ruolo dei consiglieri regionali, un'assemblea che deve fare le leggi".



Nel provvedimento viene abbassata l'indennità di carica dei consiglieri regionali (dovrebbe assestarsi su 6.400 euro mensili lordi) e sarà elevata dal 25 al 50% la decurtazione del compenso mensile di carica per chi ha un reddito da lavoro uguale o superiore del 50% dello stesso compenso. Un'ulteriore modifica riguarda la riduzione e la differenziazione delle indennità di funzione relative ai presidenti di Giunta e Consiglio, ai componenti dell'Ufficio di Presidenza, agli assessori, ai presidenti e vice presidenti di commissione, in connessione con la recente riforma statutaria che ha cancellato le figure dei consiglieri segretari e ridotto le Commissioni da 6 a 4. Ridimensionati i Gabinetti dei presidente di Giunta e Consiglio, le segreterie particolari dei medesimi presidenti e dei membri dell'Ufficio di Presidenza.



Dalla prossima legislatura, con l'abolizione dell'istituto del vitalizio, non si effettueranno più le trattenute ad esso connesse e viene prevista una disciplina per l'individuazione del loro ammontare complessivo. Previsto anche il contributo di solidarietà. Tra le ultime novità introdotte in Commissione, il rimborso chilometrico rapportato alle presenze effettive, su proposta del presidente dell'Assemblea Vittoriano Solazzi. Durante il dibattito, Massimo Binci (Sel) ha sollevato la questione di innalzare l'età del vitalizio a 65 anni.



"Amarezza e disgusto" sono stati espressi dal capogruppo di Fdi-An Giulio Natali, che ha contestato soprattutto la decurtazione del compenso mensile di carica per chi ha un certo reddito da altro lavoro. Amareggiato anche Marinelli, che ha annunciato il voto favorevole, ma anche il ricorso alla Corte Costituzionale. Critico Ottavio Brini (Forza Italia): "abbassando i compensi non si alza il livello politico".



"Queste leggi sono il sintomo di un ente che sta chiudendo"» il commento di Giovanni Zinni (Fdi-An). Durante il voto Enzo Marangoni (Fi) ha ribadito la sua astensione, a causa della riduzione del personale: "addossiamo il costo della politica a madri e padri di famiglia". Concorde con lui Paolo Eusebi: "così intacchiamo l'operatività degli assessori".







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