Banca Marche, sanzioni dalla Consob
per 420 mila euro agli ex vertici

La sede centrale di Banca Marche
La sede centrale di Banca Marche
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Venerdì 19 Giugno 2015, 14:35 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 19:11
ANCONA - Arriva il "conto" della Consob per gli ex vertici di Banca Marche.

Ammontano ad un totale di 420 mila euro le sanzioni amministrative proposte dalla Consob a carico dei 16 ex vertici di Banca Marche da quasi due anni sotto commissariamento da Banca d'Italia. L'accusa è quella di carenze informative nel prospetto dell'aumento di capitale 2012 che portò all'emissione di circa 212 milioni di nuove azioni al prezzo di 0,85 euro, per un controvalore complessivo di 180 milioni di euro.



Sessantamila euro di sanzioni amministrative sono a carico dell'ex dg dell'istituto di credito Bianconi e dell'ex presidente Michele Ambrosini; 30 mila per l'ex vicepresidente Lauro Costa e per l'ex il presidente del collegio sindacale Piero Valentini; 20 mila per l'ex vice presidente Tonino Perini, gli ex consiglieri Giuliano Bianchi, Massimo Cremona, Bruno Brusciotti, Pio Bussolotto, Eliseo Di Luca, Germano Ercoli, Walter Darini, Marcello Gennari, Mario Volpini, e gli ex sindaci Franco D'Angelo e Marco Pierluca.



Il procedimento sanzionatorio è stato avviato lo scorso anno e giunge in questi giorni alle fasi finali (si attendono entro luglio le controdeduzioni degli interessati), e contesta la violazione dell'Art. 94 comma 2 del Tuf in relazione alla «mancata rappresentazione, nel prospetto di offerta approvato dalla Consob il 3 febbraio 1012, delle valutazioni negative sulla situazione economico patrimoniale e sull'assetto di governo societario espresse da Bankitalia in una lettera trasmessa all'Emittente in data 9 gennaio 2012».



Ovvero la lettera in cui il governatore Visco aveva espressamente parlato di «scadimento della qualità del portafoglio», di «rilevante esposizione ai rischi creditizi e finanziaria», e di «elementi di crescente criticità negli assetti di governance», e nel quale si esortava il consiglio a sostituire il Dg Bianconi con un management adatto a risolvere i problemi aziendali.



La lettera fu discussa l'11 gennaio in Cda, e si contesta ora ai presenti a quella riunione di averne celato i contenuti alla Consob che appena il giorno prima aveva chiesto informazioni supplementari sull'esito delle ispezioni di Bankitalia degli ultimi anni.



Secondo quanto emerge dal dossier, la Consob ha addebitato a Bianconi e ad Ambrosini una violazione «a titolo di dolo», per il «ruolo propulsivo» svolto nella predisposizione dell'aumento di capitale omettendo «scientemente» di riportare le criticità evidenziate dalla Banca d'Italia.



Informazioni che, se date, avrebbero consentito a tutti gli investitori, indistintamente, di «pervenire ad un fondato giudizio sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sui risultati economici e sulle prospettive dell'emittente».
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