Cantina Antisociale, mille etichette di grandi vini nell'autolavaggio di un benzinaio di Petritoli

Simone Roberti e Fosca Rocchi della Cantina Antisociale di Petritoli
Simone Roberti e Fosca Rocchi della Cantina Antisociale di Petritoli
di Massimiliano Viti
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Lunedì 8 Gennaio 2024, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 10:45
PETRITOLI - La Cantina Antisociale a Petritoli ha una carta dei vini con un migliaio di etichette. Aperta nell’ottobre 2015, nel corso degli anni è diventata un tempio per gli appassionati di vino ed enoturisti provenienti da tutta Italia. Questo luogo di culto di Bacco è cresciuto affianco ad una stazione di servizio (una parte del locale era lo spazio riservato al lavaggio delle auto), senza social e senza alcuna pubblicità in un piccolo borgo del Fermano. 


L’ideatore


Simone Roberti, 37 anni, è l’ideatore e l’anima della Cantina Antisociale. Con una laurea in lettere e storia dell’arte in tasca e dopo alcune esperienze, l’ultima delle quali a Bologna, nel 2015, ha deciso di tornare nella sua terra. Ma con un’idea: «Aprire un luogo di ritrovo ispirato alle osterie, ai circoli e ai dopolavoro di un tempo. Luoghi di ritrovo, di dialogo e dove si stava insieme (senza social). Un locale che fosse stimolo per il paese e per i suoi giovani», spiega Simone. Che definisce la decisione di aprire la Cantina Antisociale «un atto egoistico» capace di coniugare le sue passioni. Perché l’anello di congiunzione è il vino. Una passione nata a Bologna, coltivata con le visite alle enoteche, il corso da sommelier e soprattutto la spinta di Eleonora Rossi e Marco Casolanetti, titolari dell’azienda Oasi degli Angeli (quella che produce il vino Kurni per intenderci). Non a caso considera il Kurni 2007 il vino identificativo del suo locale perché acquistato prima di conoscere i produttori. La passione porta curiosità e ricerca e in questo Simone si è distinto, comprando bottiglie poco conosciute e di nicchia. «Vedere un cliente che spende mille euro non è un evento eccezionale» osserva lo stesso Simone.

Ma per portare avanti la sua attività, aperta insieme a sua moglie Fosca Rocchi, per 8 anni Simone ha condotto una vita quasi impossibile. Dalle 8 alle 18 gestiva la stazione di servizio attigua al locale. Poi una doccia e dalle 19 fino alle prime ore del giorno successivo si trasformava nell’oste della Cantina. Nel 2024 ha deciso di trasformare in un self service la stazione di servizio. «In questi 8 anni ho lasciato Petritoli al massimo per 3 giorni», afferma Simone.


I propositi


Nei buoni propositi per il 2024 il giovane fermano ha in mente di ampliare l’orario di apertura del locale, che renderà climatizzato, e di iniziare a commercializzare prodotti con il marchio Cantina Antisociale. Il suo sogno è quello di aprire un ristorante. «I miei clienti li definisco persone sensibili non solo al vino ma alla qualità delle materie prime che utilizziamo nei piatti del menù e che apprezzano l’autenticità della nostra proposta. Una proposta in cui non emerge il vino ma la vita». Sono quei clienti che con il passaparola hanno contribuito in maniera determinante a dare quel sapore di “leggenda” a questo piccolo ma caratteristico locale. Appassionato di arte, letteratura, ma anche di sport, Roberti è anche produttore di birra. Insieme al suo amico Jacopo Angelini del Dopolavoro di Carassai e al birrificio Jester di Petritoli produce una birra il cui nome è fortemente allusivo: La pepa. «Il vino nelle Marche? Il movimento del vino è cresciuto molto. Vanno incentivate le Pmi agricole e il consumo di prodotti locali. Il carrello della spesa deve essere di qualità».

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