Potenza Picena, adesivi choc contro Tartabini: in due a processo per minaccia, Bastioli e Rosati respingono le accuse

I fatti risalgono al 24 aprile del 2020

Potenza Picena, adesivi choc contro Tartabini:
Potenza Picena, adesivi choc contro Tartabini:
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 14:25
POTENZA PICENA Adesivi del sindaco Noemi Tartabini a testa in giù, gli imputati respingono gli addebiti. Rosati: «Gli adesivi li ho solo visti, non ne sapevo niente». Bastioli: «Quel giorno non ero neanche lì. Si parlava di fare volantini con il sindaco rovesciato, nel senso di spalle, non a testa in giù». Si è svolto ieri in Tribunale a Macerata davanti al giudice monocratico Andrea Belli e al pubblico ministero Raffaela Zuccarini una nuova udienza del processo a carico di David Bastioli, 38 anni di Civitanova e Andrea Rosati, 44 anni di Potenza Picena accusati entrambi di minaccia aggravata.  


La vicenda

 
I fatti contestati sarebbero avvenuti prima del 24 aprile del 2020 quando, secondo l’accusa, avrebbero ideato, realizzato e affisso su grondaie, pali della segnaletica stradale e sui muri di Potenza Picena non meno di otto adesivi (ma per la Procura ne erano stati realizzati una cinquantina, ndr) che ritraevano il sindaco Tartabini con la fascia tricolore a testa in giù con la scritta “Credere, obbedire, penzolare”. A Rosati l’accusa contesta la recidiva semplice, a Bastioli la recidiva specifica infraquinquennale.

E ieri è stato proprio Bastioli il primo a rendere l’esame in aula. 

Le dichiarazioni


«Il sindaco aveva dichiarato che avrebbe festeggiato il 25 aprile con una celebrazione di tutti i caduti, anche quelli legati al Covid – ha esordito il 38enne –. Dichiarazioni a cui era seguita una grossa discussione, voleva tramutare le celebrazioni per la liberazione dal nazifascismo in qualcos’altro e a quel punto io con il mio gruppo politico e altre realtà del territorio ci siamo organizzati per capire quale poteva essere la risposta. In quel periodo c’era il Covid, principalmente ci siamo sentiti via chat e dopo una lunga discussione abbiamo deciso di preparare uno striscione che rivendicava il sacrificio dei partigiani e dei volantini. Nelle chat non si parlava di testa in giù, ma rovesciata, l’idea dei giovani del collettivo era di preparare volantini col sindaco di spalle, rovesciato, a indicare come avesse totalmente voltato le spalle ai valori della resistenza. Nello stesso giorno mi contattò Andrea Rosati che mi disse di aver visto in giro alcuni adesivi che ritraevano il sindaco a testa in giù e a quel punto abbiamo deciso di fare solo lo striscione». Anche Rosati ha respinto le accuse. La prossima udienza è fissata al 16 aprile del prossimo anno.
 

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