I negozi diventano smart, al via il piano per i fondi: Macerata punta al bando per i centri commerciali naturali

Laviano: «Sono tante le attività interessate, presenteremo più di un progetto»

I negozi diventano smart, al via il piano per i fondi: Macerata punta al bando per i centri commerciali naturali
I negozi diventano smart, al via il piano per i fondi: Macerata punta al bando per i centri commerciali naturali
di Giulia Sancricca
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Venerdì 12 Aprile 2024, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 13:04

MACERATA Le vie dello shopping di Macerata si rifanno il look. Dopo il progetto dei centri commerciali naturali portato a termine nei corsi Cairoli e Cavour, ora il Comune è in attesa dei nuovi fondi che saranno erogati dalla Regione attraverso un bando in uscita in questo mese. Fondi che puntano a rivitalizzare la competitività economica dei centri storici e urbani attraverso azioni specifiche sui settori del commercio e dell’artigianato artistico e di qualità, ritenuti di fondamentale importanza per lo sviluppo locale e per la promozione del territorio. 

L’innovazione

Questa iniziativa mira pure a supportare le imprese nei processi di cambiamento e innovazione digitale e tecnologica necessari ad affrontare la trasformazione dei mercati nonché le nuove tendenze nei comportamenti dei consumatori. L’assessore Laura Laviano illustra il piano da mettere in atto in vista della partecipazione al bando. Previsto anche un incontro con le associazioni di categoria. Possono partecipare le micro, piccole e medie imprese costituite in forma associata (Ati – Associazione temporanea di imprese, Ats – Associazione temporanea di scopo, reti di imprese senza personalità giuridica, reti di imprese con personalità giuridica, accordo di partenariato). «Da oltre un anno - dice l’assessore al Commercio - stiamo ricevendo telefonate da parte di negozianti e imprese maceratesi per avere informazioni sull’uscita del bando. La città è molto interessata ai fondi per il rilancio del commercio, tanto che sono andata più volte, con i collaboratori del mio ufficio, in Regione per avere novità. Il cambio di dirigenza ha portato a un prolungamento dei tempi, ma ora il bando sta per uscire e dobbiamo farci trovare pronti». Allora Laviano fa chiarezza sulle modalità di presentazione dei progetti e sui fondi destinati alle imprese: se infatti nelle precedenti edizioni il rimborso era del 50%, per il bando in uscita è salito al 70%.

Le modalità

«La prima cosa da chiarire - dice - riguarda la costituzione di Ati e Ats: non è infatti necessario che vengano costituite formalmente al momento della presentazione della domanda.

Quello che è molto importante è invece la partecipazione del Comune al progetto, che attribuisce un punteggio nella graduatoria. Deve essere formalizzata una lettera di adesione del Comune al progetto di sistema presentato dalla ditta capofila, la delibera di approvazione di giunta comunale del progetto e quindi anche l’indicazione delle modalità di attuazione dello stesso; inoltre anche il piano complessivo con la relazione dettagliata dell’investimento e del piano finanziario». La voglia di investire nel settore e puntare al digitale e all’innovazione si fa sentire a Macerata, lo dimostra l’attenzione al bando: «Abbiamo ricevuto più richieste anche da diverse zone di Macerata - aggiunge Laviano - è possibile che la città partecipi con più di un progetto, ne saranno almeno due».

Le spese

Poi entra nel merito delle spese ammissibili: «Spese per iniziative promozionali, di marketing evoluto e digitale, realizzazione di servizi comuni: shopper promozionali, wi-fi, logo, fidelity card, siti web condivisi. Spese per la realizzazione di sistemi informativi da sviluppare con sistema delle reti di impresa soprattutto attraverso l’utilizzo di supporti informatici come app mobile, vetrine intelligenti, totem e touchpoint. Spese per la progettazione, la direzione dei lavori ed il coordinamento, nel limite massimo del 10% del costo complessivo del progetto ammesso a finanziamento; Spese per opere edili, ristrutturazione, manutenzione straordinaria, di installazione impianti e attrezzature strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento e che consentono di ottenere il miglioramento e il decoro dell’attività». In merito alla retroattività: «Sono ammessi i progetti avviati a partire dal primo gennaio 2022 ma che non sono stati portati a termine o attuati al momento della presentazione della domanda. Il costo complessivo ammesso alle agevolazioni per la realizzazione del progetto non può essere inferiore a 30mila euro e per ciascuna impresa non può essere inferiore a 2.500 euro. L’intensità di aiuto è pari al 70% dell’investimento su una soglia massima dell’Ati o Ats di 150mila euro».

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