Sae, operai sottopagati a Macerata. Condannata la Regione. Riconosciute le spettanze e la differenza retributiva

La Cgil: «Battaglia vinta»

Sae, operai sottopagati a Macerata. Condannata la Regione
Sae, operai sottopagati a Macerata. Condannata la Regione
di Mauro Giustozzi
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Mercoledì 21 Febbraio 2024, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 15:06

MACERATA Lavoratori impegnati nella ricostruzione post sisma, la Fillea Cgil vince una battaglia in Tribunale contro le presunte irregolarità contrattuali e retributive che hanno coinvolto lavoratori edili. A quasi sette anni dai fatti denunciati arriva la sentenza del Tribunale di Ancona, sezione Lavoro, con la quale la Regione Marche viene condannata al pagamento di complessivi 56.747 euro più spese legali nei confronti di sette lavoratori dell’Est Europa, ex dipendenti dell’azienda Europa srl, operante nella catena degli appalti del Consorzio stabile Arcale, per la realizzazione delle Sae di Pieve Torina. 

Il provvedimento

Riconosciute le spettanze e la differenza retributiva dovuta ai lavoratori nel periodo agosto-dicembre 2017, una sentenza che conclude una mole di lavoro imponente effettuata dal sindacato a tutela di chi aveva denunciato le presunte irregolarità presenti nei vari cantieri della ricostruzione. Ben 138 le posizioni dei lavoratori che negli anni sono state gestite dalla Fillea Cgil e che hanno portato, attraverso la via della conciliazione o in alternativa quella giudiziale, al recupero di 650mila euro di spettanze dovute ma non versate dalle imprese ai propri dipendenti. «Questa sentenza del Tribunale di Ancona - ha detto il segretario provinciale Cgil, Daniele Principi- accoglie le ragioni degli ultimi sette lavoratori che chiedevano il riconoscimento delle somme che non avevano percepito dall’azienda Europa Srl. I lavoratori dovranno essere pagati dalla Regione Marche, che a sua volta si deve rivalere sul Consorzio Arcale, che aveva ottenuto l’appalto delle Sae. Si tratta delle spettanze come differenze retributive a persone che avevano lavorato in questi cantieri anche sette giorni su sette, dieci ore al giorno e senza riposi.

Spettanze che erano state già accertate dall’ispettorato del lavoro. Ci siamo attivati subito nel 2018 chiamando alla responsabilità in solido la Regione Marche che si rende disponibile al pagamento tramite accertamento dell’ispettorato del lavoro delle somme dovute. Una volta conclusa questa fase nel 2021 vengono certificate le somme dovute ma nel frattempo succede che Regione Marche ed Arcale sottoscrivono una transazione con una clausola di manleva che solleva la Regione dal riconoscere queste somme ai lavoratori. A quel punto è stato inevitabile il ricorso al contenzioso giudiziario che ha confermato tutte le ragioni dei lavoratori». A seguire in tutti questi anni la vicenda per il sindacato è stato l’avvocato Bruno Pettinari. «Questa è una delle tante storie legate alle Sae che abbiamo affrontato - ha ribadito il legale -. È preoccupante la carenza delle istituzioni. Ci siamo imbattuti - parlando in generale dei caso di cui il legale si è occupati negli ultimi anni - spesso in lavoratori in nero che non sapevano neppure dove si trovavano o per quale ditta prestavano la loro opera».

L’impegno

Infine Matteo Ferretti della Fillea, parlando anche lui in generale del fenomeno, ha ricordato come «oggi c’è una parcellizzazione dei cantieri della ricostruzione con tante piccole aziende impegnate che è ancor più difficile monitorare. Stiamo seguendo da un anno un paio di imprese, come una che opera tra Ascoli e Macerata che mette in busta paga solo 4 ore delle 8 previste dal contratto. Un’altra azienda inserisce in busta paga la metà delle ore di lavoro comunicando in Cassa Edile l’orario pieno. Per evitare tutto ciò è necessario dare attuazione al protocollo di legalità e al badge di cantiere che risolverebbe tante problematiche».

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